Nike ha introdotto per la prima volta le sue sneakers da basket originali Hyperdunk nel 2008. Al momento del lancio, a fare da testimonial a questo modello inedito c’era niente meno che Kobe Bryant. La stella dell’NBA tesseva le lodi delle Hyperdunk sottolineando che pesavano appena 370 grammi, erano quasi il 20% più leggere delle comuni scarpe da basket di Nike e che gli davano un vantaggio concreto in campo. Probabilmente, allora Nike non aveva ancora realizzato di aver creato una sneaker destinata a durare nel tempo, nonostante le continue rivisitazioni a cui sarebbe stata sottoposta negli anni seguenti.

Per le sneakers da basket Hyperdunk, Nike sviluppò non una, ma ben due nuove tecnologie: Flywire e Lunarlite. La prima serviva a rendere la scarpa più resistente e solida senza appesantirla troppo. La seconda era costituita da una speciale schiuma, che assicurava comfort e reattività in campo, mantenendo allo stesso tempo la scarpa leggera. Presto queste due tecnologie innovative trasformarono le Hyperdunk in scarpe molto ricercate sia dai giocatori di pallacanestro che dai collezionisti di sneakers.

Nike sfruttò al massimo il successo delle sneakers Hyperdunk originali, proponendole in tante varianti cromatiche, inclusa la Nike Hyperdunk 08 United We Rise (2008). Tuttavia, la compagnia si rimise anche al lavoro, continuando a perfezionare le Hyperdunk per fare in modo che conservassero il loro fascino e restassero scarpe di un certo livello. Da quest’incessante ricerca di design sempre più cool e performanti sono nati modelli di punta, come le Nike Hyperdunk 2011 Blake Griffin, le Nike Hyperdunk 2016 Flyknit Unlimited e le Nike Hyperdunk X Black White. In sostanza le Hyperdunk sono diventate un caposaldo delle collezioni di sneakers da basket di Nike.

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