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Sneakers - Febbraio 24, 2022

So Deep #4: Dr Martens tra ribellione e ideali politici.

Il potere di un oggetto si misura dall’impatto che riesci ad apportare nel mondo nel corso degli anni. Le Dr.Martens sono uno di quelli, di cui non possiamo ignorare la storia.

Il potere di un oggetto si misura dall’impatto che riesci ad apportare nel mondo nel corso degli anni. Le Dr.Martens sono uno di quelli, di cui non possiamo ignorare la storia.

Alessandro Ranieri

La nascita del mito “1460”

Quando pensiamo a Dr.Martens, automaticamente ci ricolleghiamo ad uno dei periodi di ribellione, sovversione e lotta più importanti di sempre: gli anni ‘60

Il brand nacque dalle menti di Benjamin Griggs e Septimimus Jones che aprirono una fabbrica di calzature Northamptonshire per i minatori e i soldati dell’esercito britannico, la R.Griggs & Co. Queste scarpe erano note come i Bulldog Boots, i classici anfibi militari neri a dieci buchi con suola chiodata e cucitura sulla punta. 

La svolta arrivò nel 1943, quando il dottore tedesco Klaus Maertens si ruppe un piede mentre sciava sulle Alpi Bavaresi, così iniziò a pensare ad un tipo di suola ammortizzata con un cuscinetto d’aria e una pelle più morbida. Nel 1947, Maertens incontra un suo vecchio amico di università, tale Herbert Funck, con cui deciderà di aprire la una nuova produzione di scarponcini utilizzando gli scarti della Luftwaffe, per la suola, e la stoffa di vecchie divise dismesse dell’esercito tedesco per la tomaia. 

Griggs notò l’attività dei due dottori tedeschi e decise, nel 1959, di acquistare il brevetto che portò alla nascita di Dr.Martens attraverso delle modifiche sostanziali: ridisegna la suola, arrotondando il tacco; aggiunge la fettuccia posteriore con il marchio Air Wair, con il quale aveva registrato la suola, e il motto With bouncing soles; aggiunge la cucitura gialla tra suola e tomaia. Il primo aprile 1960 uscì il modello “1460”, ancora oggi il must-have di Dr.Martens.

Immagine Therake

L’importanza di Dr.Martens e del Punk negli anni post-guerra

L’iconicità di Dr.Martens iniziò a diffondersi in Inghilterra, grazie alle prime ondate degli skinhead che adottavano outfit pratici e funzionali: stivaletti da lavoro e bretelle. Il movimento nacque per ribellarsi allo schematismo imposto dalla legge, non solo in senso etico e morale, ma anche estetico. Non esisteva il termine fashion per descrivere i loro outfit, anzi, era quasi proibito parlarne. 

L’ideologia alla base delle sub-culture punk e skinhead, tra gli anni ’60 e ‘80, era di stampo politico e anti-sistema. Come raccontato da Wayne Hemingway, storico designer per Dr.Martens tra gli anni ‘80 e ‘90, in un’intervista “Il punk era qualcosa di diverso. Era una vera ribellione, qualcosa che le vecchie generazioni non riuscivano a capire e, nella sua infanzia, un movimento a cui si univano solo i coraggiosi. Il punk, con la sua estetica DIY, era perfetto per quelli di noi che non avevano soldi, che vivevano in piccole città con poco accesso ai negozi di moda.” 

dr martens punk

Immagine Dr Martens

A quei tempi, la generazione giovanile più ribelle non si identificava in punti di riferimento che gli imponessero cosa fare, come vestirsi e come parlare. Gli stivali di Dr.Martens e la musica punk erano quei simboli culturali dove regnava l’anarchia caratteriale e un costante senso di disagio all’interno di quella società pragmatica. Gli anni post-Seconda Guerra Mondiale erano quelli della rinascita economica, ma soprattutto dell’identità personale e libertà di vivere come si vuole. Dr.Martens si poneva come l’archetipo dell’anti-moda e quasi come un precursore del workwear.

Dr.Martens e la Libertà d’Espressione

Pete Townshend, storico componente dei The Who, fu il primo artista di rilievo ad indossare Dr.Martens, nel 1967. Nel libro Dr.Martens: A History of Rebellious Self Expression Townshend notò che “la loro durezza combinata con la loro morbidezza e flessibilità è ciò che le rendeva così perfette per le routine pseudo-atletiche che eseguivo sul palco”.

Peter Townshend Dr Martens

Immagine The Guardian

L’adozione da parte dei personaggi pubblici più in voga del momento ebbe un impatto considerevole sulla classe operaia che iniziò a vivere Dr.Martens come l’unico modo di redimersi, a livello estetico e morale. Le sottoculture punk,  new wave, psychobilly, grunge, brit-pop, gothic e skinhead fecero di Dr.Martens il loro principale punto di identificazione nella società dell’epoca, portando ad essere etichettati come nazisti, violenti e reietti della società.

Un articolo del New York Times del 1993 racconta la vicenda nel sobborgo di Forth Worth, Dallas, dove “L’idea era quella di liberare la scuola superiore da quelli che i funzionari hanno detto essere emblemi di violenza e odio, stivali delle truppe d’assalto con la suola spessa, giacche dei Los Angeles Raiders e altro abbigliamento favorito da skinheads e bande.” 

dr martens skinhead

Immagine Heddles

L’obiettivo dei presidi era di ridurre drasticamente la presenza di skinhead nella scuola, vietando di indossare Dr.Martens e altri capi che rimandassero a quella cultura, così iniziarono a sospendere chiunque si presentasse con quegli abiti. Così facendo, scatenarono una rivolta studentesca perché chiunque reclamava la propria libertà d’espressione e d’opinione, sottolineando come fosse solo “moda”.

Documentando la Cultura Ribelle

Gavin Watson è, probabilmente, l’autore che più di tutti ha documentato la cultura giovanile inglese tra gli anni ‘60 e ‘80, compresa l’ascesa di Dr.Martens. In un articolo per The Guardian, Watson spiega come fosse un rito di passaggio “battezzare” un nuovo paio di DM “prendendo a calci qualcuno con essi. Non importava chi, e se c’era del sangue sopra era ancora meglio.”

Skinhead Dr Martens

Immagine Shuperb

In verità, lo stivale di Dr.Martens divenne un simbolo anche all’interno degli ambienti dirigenti inglesi, come la polizia e la politica, fino ad identificare ogni modello per ogni gruppo coinvolto nelle rivolte sociali: 1461 per i militanti di sinistra, 1460 per i poliziotti e 1914 o 1940 per gli skinhead.