J Lord sta arrivando alla ribalta della scena rap italiana, portando avanti la tradizione della scuola napoletana. Partendo da Figli del passato e Gangster, per poi arrivare a Sixteen e Tanti Auguri a me, fino all’ultimo feat nell’album di Massimo Pericolo il suo nome si sta affermando sulla scena. Il sound di J Lord attinge dalle sue radici ghanesi, dall’atmosfera di Napoli e dalla scena hip-hop americana degli anni ’90 per creare un flow unico nel suo genere. Proprio per questa combinazione di culture, J Lord è stato uno dei due volti della campagna per la NSS Metrostars Jersey disponibile in esclusiva su StockX tramite DropX il 29 aprile.
Abbiamo colto l’occasione per sederci a quattr’occhi con J Lord e scoprire di più sulle sue origini, sul suo processo artistico e sui suoi prossimi progetti.
L’arte e la musica sono sempre fiorite dall’unione di diverse culture e sotto-culture. Nel tuo caso: Ghanese, Italiana e Napoletana. Come queste culture influenzano il tuo processo creativo e quali sono gli elementi che prendi da ognuna di esse quando devi scrivere i tuoi pezzi?
La mia arte è un processo creativo che aumenta giorno dopo giorno, non avendo limiti o vincoli, l’arte ti porta sempre alla scoperta di nuove cose, nuove emozioni e non si finisce mai d’imparare. Sin da piccolo non ho mai visto tanta differenza tra le mie culture, forse solo dal punto di vista tradizionale. Se potessi fare un quadro con i colori delle mie culture assocerei il Ghana alla terra, l’Italia alla natura e Napoli al cielo, quando scrivo queste tre diventano un’unica cosa è vanno a formare un mondo nuovo, quello giusto.
La cultura americana è dove tutti i rapper europei prendono ispirazione e sognano di arrivare. L’estetica. Il sound. La poetica. Anche tu hai recentemente dichiarato di voler diventare il Jay-Z italiano e ti ispiri al sound hip-hop anni ’90. Quali sono i personaggi che più ti influenzano oltre oceano e come integri queste influenze nella tua musica?
Ogni giovane ragazzo che entra nell’ambito della musica rap ha come riferimento l’America, ed è giusto che sia così perché è proprio lì che sono state fondate le radici del rap, L’America è la certificazione della musica Hip Hop, sono cresciuto e sto approfondendo tanto questa roba. Le mie più grandi influenze sono The notorious Big, NAS, 50 Cent e Jay Z.
La voglia di arrivare alla luce, all’apice ti fa avere una marcia in più.
La Metrostars Jersey di NSS Sports traccia una linea tra Napoli e New York, più in generale tra Italia e Stati Uniti, ripercorrendo le orme dei migliori calciatori italiani che esportavano il calcio nel “nuovo mondo”. Che ruolo hanno gli Stati Uniti nel tuo percorso artistico? Sono una meta in cui esportare la tua musica rimanendo fedele alle tue origini o un punto di arrivo per le tue sonorità e testi?
Sono ancora ai primi passi del mio racconto, ho ancora poche pagine scritte e tantissime bianche davanti a me…. Gli USA e gli interpreti USA, la stessa New York, sono un punto di arrivo e di partenza per chiunque abbia un sogno, specialmente quando hai la fortuna di vivere il mondo dello sport così come quello dello spettacolo. Io spero tantissimo di poter vivere l’emozione di lavorare con quella cultura, in quel mercato… lo penso sia da appassionato di calcio che da rapper. È un mio obiettivo certamente.
Nell’ultimo periodo ti stai facendo notare dal grande pubblico, il feat nell’ultimo album di Massimo Pericolo e poi l’uscita di “Tanti Auguri a Me” con la Warner, cos’altro hai in serbo per noi nei prossimi mesi?
Stiamo lavorando bene, siamo tanto uniti e nessuno risparmia energie pur di arrivare agli obbiettivi. La forza del team è la vera arma in più per me. Ho in cantiere delle belle cose, già per quest’estate, non vedo l’ora di farvele ascoltare.