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Sneakers - Novembre 18, 2020

Last updated on Novembre 26, 2021

Una Vita Da Jordan 1 Mid

Per tanto tempo le Jordan 1 Mid sono state snobbate dalla sneaker community, ma nel 2020 hanno rubato la scena. Leggi la storia e scopri i nostri modelli perferiti.

Per tanto tempo le Jordan 1 Mid sono state snobbate dalla sneaker community, ma nel 2020 hanno rubato la scena. Leggi la storia e scopri i nostri modelli perferiti.

Giada Giacomazzo Header

Storia e rivincita della Jordan 1 Mid

Le Jordan 1 OG Chicago debuttano nel 1985 come le prime sneakers con la firma di Michael Jordan e, ancora oggi, sono una delle sneakers più apprezzate al mondo: sia dal punto di vista del collezionista, fan dei Bulls che vuole mettersene un paio nella teca, sia per chi ricerca modelli con più hype. Tutti gli appassionati di sneakers, o almeno la maggior parte, ne vogliono sicuramente un paio nella loro rotation. Nello stesso anno arrivano anche le Jordan 1 Low, come prima sneaker firmata low sviluppata da Nike per MJ. La sneaker, disegnata da Peter Moore, presentava un semplice design ispirato alle Dunk che incorporava lo Swoosh Nike e il logo Jordan Wings.

Solo negli anni 2000, durante il secondo giro di retro di Air Jordan 1, viene sviluppata la Jordan 1 Mid come opzione lifestyle, dato l’ankle collar accorciato di diversi centimetri; eppure, per qualche motivo, nel corso degli anni non è riuscita a conquistarsi la stessa popolarità delle sue sorelle e ricevendo anzi più critiche che lodi. Negli ultimi anni però questa considerazione è nettamente cambiata, questo grazie ad alcuni design davvero particolari, collaborazioni degne di stima e sicuramente un prezzo nel mercato della rivendita nettamente inferiore e quindi sicuramente più accessibile.

Perché le Mid sono sempre state considerate di serie B ?

Il primo fattore da considerare è che la Jordan 1 Mid arriva quindici anni dopo le due versioni originali, create quando MJ era all’apice della sua fama. Escono sul mercato in un periodo in cui i collezionisti bramavano i modelli retro delle High che venivano rilasciati negli stessi anni e forse, proprio per questo, si sono perse tra le uscite dei modelli più in hype. Oltre a questo, sicuramente ha contribuito anche la mancata volontà, da parte di Jordan, di prendere una strada diversa rispetto alle High e le Low. Nel 2003 esce la colorway Bulls che forse, sapendo di già visto, non si portava dietro lo stesso valore culturale o quella sensazione di ritorno al passato data invece dalle Jordan 1 Retro High, che uscivano nello stesso periodo. Culto contro copia mal riuscita. Questa era la percezione.

Jordan 1 Chicago Patent 2003

Per questo motivo anche la rivendita molto più bassa (fino all’anno scorso si trovavano tranquillamente a 200$ quindi poco più che il prezzo di retail) sembrava quasi una presa in giro perché quella minima differenza nella silhouette era in grado di dimostrare se fossi un “vero sneakerhead” o uno che non sapeva riconoscere nemmeno il paio di scarpe che aveva ai piedi. Era la sneaker di chi non ce l’aveva fatta.

Negli anni Jordan non sembra essersi sforzata nemmeno molto per riportarle in auge dato le versioni abbastanza banali che uscivano con il nome di Phat Mid o “Alpha”, abbattendo ancora di più gli interessi degli appassionati.L’ultimo tentativo avviene nel 2013 quando Jordan indossa le Jordan 1 Mid nella famosa colorazione UNC, cercando di attirare gli sguardi sulla scarpa e aprendo finalmente una conversazione con i fan di MJ e i collezionisti. In realtà anche quell’interesse tarda moltissimo e arriva solo in quest’ultimo anno. Insomma, proprio “mai una gioia”.

Nel 2020 è andata bene solo alle Mid ?

Tutti i concetti detti fin ora hanno senso fino a metà del 2019, quando finalmente Jordan ha deciso di cambiare rotta e dedicare ulteriori energie in nuove versioni di questa scarpa, fino ad allora così poco considerata. La strategia consolidata delle collaborazioni funziona e la Mid si merita finalmente dei design ad hoc diminuendo, almeno inizialmente, le colorazioni retro, stabilendo così un nuovo valore da un punto di vista culturale e di mercato. Insomma, nel 2020 è andata bene sono alle Mid.

Le chiavi di questo nuovo successo sono sicuramente due: il fenomeno The Last Dance e il positivo riscontro da parte delle Women sneakerhead.

The Last Dance: The Dream Team's Most Valuable Cards

Il fenomeno The Last Dance

Il documentario, creato da ESPN, racconta l’ultima stagione vincente dei Chicago Bulls. Dopo la data di uscita dei primi due episodi, il traffico sulle pagine StockX, dedicate al marchio Jordan, è aumentato visibilmente portando a un incremento degli ordini pari al 90%. Proprio per questo i prezzi delle Jordan 1 sono aumentati aggiudicandosi quasi un valore doppio rispetto ai dati di marzo. Alzandosi l’asticella del prezzo diminuiscono le persone in grado di potersi permettere un paio di High e per questo motivo ci si interessa anche ad altri prodotti legati a Jordan: abbigliamento, accessori e altri modelli di Jordan meno altisonanti tra cui, inaspettatamente, anche le Mid. L’effetto nostalgia strega e colpisce ancora, insomma.

La Jordan 1 Mid e l’empowerment femminile

La silhouette più pratica, i design particolari e le colorazioni che escono solo in taglie piccole sono sicuramente tre motivi per cui le donne stanno preferendo le Mid ad altre sneakers, come le High che spesso non includono la size femminile. Anche sui social l’attenzione delle sneaker-influencer è molto alta per questa scarpa, proponendo outfit particolari e così influenzandone la popolarità, anche per gli uomini. Inizia così, finalmente, un processo che vede la donna non più come parte secondaria in fatto di “hype” bensì come primo interlocutore, proponendo quindi dei design pensati per le donne ma che vengono desiderati e poi comprati anche dagli uomini. Forse proprio perché continuare a pensare che alcune scarpe siano “da femmina” suona come la fesseria della domenica.

Le cinque Jordan 1 Mid che hanno fatto la differenza

Jordan 1 Mid Melody Ehsani

Air Jordan 1 Mid SE Fearless Melody Ehsani (W)

Lo streetwear era (e per molti versi lo è ancora) un gioco per uomini ma Melody Ehsani ha avuto il coraggio di vederla in modo diverso, aprendo la prima e unica boutique femminile sulla Fairfax Avenue (L.A.) nel 2004. La sua perseveranza e la sua voce hanno reso il negozio un posto per le donne offrendo spazi di inclusività e discussione, nel cuore di una sottocultura in continua espansione. La collaborazione di Melody con Air Jordan all’interno del progetto Fearless era quindi quasi d’obbligo. La collezione Fearless presenta 12 paia di Jordan retro 1, uscite in occasione delle feste natalizie del 2019, in collaborazione con designer che parlano a diverse realtà e comunità con l’obiettivo di rendere omaggio alla celebre silohuette di Michael Jordan portandola però nel futuro, attraverso la narrazione di storie di talenti. Il gruppo spaziava tra collettivi come Ghetto Gastro, artisti come Blue The Great, Youssouf Fofana di Maison Château Rouge o Hiromichi Ochiai di Facetasm, fino alle AJ1 High FlyEase con Victoria Canal, sneakers realizzate per aiutare le persone con disabilità ad allacciarsi le scarpe in autonomia.
La scarpa Fearless di Melody Ehsani parla alle donne, mostrandone la forza, invitandole a seguire l’istinto e a indagare in profondità su ciò che sono. La citazione sulla midsole, scritta a mano dalla stessa designer, proviene da una frase detta da Julie Burns-Walker, medico intuitivo che studia come l’identificazione dello scopo personale sia in grado di avere effetti positivi sulla salute: “Se sapessi che quello che hai è davvero raro, non lo sprecheresti mai”. L’idea è quella di piantare un seme di illimitatezza nella mente delle persone e nella coscienza collettiva. “We have to think bigger, because we are bigger”, afferma Ehsani parlando del concept. A livello di colori e design ci sono due elementi interessanti: i colori e gli orologi. Per i colori Melody si è ispirata al colore delle unghie che aveva durante un suo viaggio in Egitto, a cui è molto legata personalmente anche a livello di immaginario e di design. Gli orologi, invece, sono un rimando alla questione del tempo, a lei molto cara, per lasciare uno spazio di interpretazione a chi avrebbe poi posseduto la scarpa. Questo design è quindi quasi un pezzo d’arte, da collezionare o da utilizzare per darsi una carica in più.

Jordan 1 Mid Milan

Air Jordan 1 Mid Milan

Le Jordan 1 Mid Milan fanno parte di un pack in onore di due delle più grandi città della moda europee. La versione Low si ispira a Parigi, mentre la Mid a Milano. La colorway della “Milano” trae ispirazione dalle fantastiche architetture della città, attraverso l’inserimento di minuziosi dettagli e materiali particolari di prima qualità. La gamma di toni caldi beige e rosa pallido dà la sensazione istantanea di essere catapultati a Milano di fronte al Duomo o in una passeggiata in Galleria Vittorio Emanuele. La scarpa viene poi affiancata da un tag, con la scritta “MLN”, realizzato con la stessa pelle della tomaia. Ciliegina sulla torta? Il logo Jumpman in metallo apposto sulla linguetta.
Eppure la scarpa non si è limitata a parlare di Milano solo nel suo design, tutto parlava della città dall’evento di lancio, alla scelta dei testimonial. In occasione dell’uscita della sneaker, infatti, sono state scelte Gilda Ambrosio e Giorgia Tordini di The Attico che hanno creato uno special pack delle Mid Milan (con lace lock, calzini con logo The Attico e l’esclusiva dust bag) e hanno tenuto un workshop parlando di temi come l’upcycling e lo styling, all’interno della cornice magica dello storico Museo del Novecento. Durante l’evento i partecipanti hanno potuto realizzare accessori particolari utilizzando rimanenze di tessuto, catene, palloni e reti da basket.

Jordan 1 Mid Chateau Rouge

Air Jordan 1 Mid SE Fearless Maison Chatekau Rouge

Sneakers prodotta sempre all’interno del progetto Fearless, in collaborazione con il brand Maison Château Rouge di Youssouf Fofana che si ispira alle tradizioni africane e alla loro commistione con le culture diverse che si trovano in una città come Parigi. La scarpa prende quindi spunto dall’omonimo quartiere parigino multiculturale Château-Rouge e grazie all’insieme di colori e texture a contrasto, vuole rappresentare proprio la ricchezza nella diversità. La base di partenza è la Air Jordan 1 Retro Mid UNC, qui reinterpretata aggiungendo due colori caldi: il marrone che rappresenta l’Africa e diversi toni di giallo, main color del brand Maison Château Rouge. Le cuciture rosse a vista, inserite sotto lo swoosh sono un omaggio all’abilità degli artigiani africani e dei sarti parigini.

Jordan 1 Mid Chicago Toe

Air Jordan 1 Mid Chicago Toe

Qui è come sparare sulla croce rossa, si va sul sicuro. La Air Jordan 1 Mid Chicago Toe, uscita in questi ultimi mesi, è il modello che combina i due look più blasonati della prima scarpa firmata Michael Jordan: la cw “Chicago” e la “Black Toe”, cavalcando l’effetto The Last Dance, di cui parlato sopra. La colorazione presenta quindi la classica Chicago, ma con la punta nera perforata. Questa nuovissima versione della Mid sarà sicuramente un classico del futuro, grazie al sempre popolare blocco dei colori rosso, bianco e nero. È realizzata interamente in pelle di prima qualità e mostra caratteristiche classiche come il logo inciso sul colletto e lo swoosh Nike nero su entrambi i lati che si staglia sul pannello centrale in pelle bianca. Nient’altro da dichiarare, diventeranno un super classico (Mid speaking).

JOrdan 1 Mid Light Smoke Grey

Air Jordan 1 Mid Light Smoke Grey

Questa colorazione, semplice e pulita, a primo avviso non ha un design ricercato o particolare, è stata però la colorway giusta al momento giusto, come si suol dire. Il grigio chiaro, quasi glaciale e lo swoosh nero in contrasto, vi ricordano qualcosa? Sicuramente per gli appassionati risulta come una chiara risposta alla febbre della Jordan 1 Dior, scarpa uscita a inizio anno e che, giustamente, per motivi di prezzo decisamente alto di retail prima e resell poi, erano quasi inaccessibili. La Jordan 1 in collaborazione con Dior però ha fatto esplodere il bisogno di avere una scarpa di quel grigio in rotation ed ecco la risposta. Una Jordan 1 Mid dello stesso tono di grigio: semplice, economica e molto meno pretenziosa. L’aspetto interessante qui è la scelta di realizzare una Mid dello stesso colore e non una High (che sarebbe stata sicuramente molto più in hype) preferendo favorire l’escalation di questo modello, cavalcando l’onda positiva dopo le collaborazioni del 2019, citate precedentemente. Bella mossa.

La strada per il successo delle Jordan 1 Mid è stata sicuramente in salita e solo ora ne vediamo gli effetti positivi. Nel mentre che aspettiamo le prossime uscite, che sembrano davvero niente male, dai un’occhiata a tutti i modelli usciti su StockX. Occhio a non aspettare troppo, non si sa mai che inizino a diventare come le High e tanti cari saluti.