Nell’era della digitalizzazione e dell’e-commerce, dello shopping online e della consegna a casa, spesso l’argomento più chiacchierato è quello dell’esistenza degli store fisici. Se ne sente ancora l’importanza? Quante vite gli potranno essere rimaste prima di chiudere i battenti? Una risposta semplice non esiste, o perlomeno meriterebbe un articolo a parte. Tutti abbiamo approfittato delle comodità del mondo digitale almeno una volta nella vita; nonostante questo bisogna essere consapevoli di quanto alcuni store siano fondamentali per la crescita e l’evoluzione non solo dello stile, ma delle generazioni future. Atmosfera, cultura, shopping experience e brand list sono i punti focali che fanno la differenza tra una meta obbligatoria e uno store qualunque.
Oggi parliamo della quintessenza di tutto questo: UNION. Per quanto fisicamente molto distante da noi, UNION è il mix perfetto, nonché un esempio di innovazione e ricerca. Molti ne conoscono l’esistenza grazie alle recenti collaborazioni con Nike ma pochissimi ne conoscono la storia e il perché sia uno degli store più importanti e culturalmente influenti al mondo. Oggi scopriamo il miracolo di Chris Gibbs e come UNION ha mantenuto il suo status per più di 30 anni.
Le Origini
Nonostante lo store sia locato a Los Angeles, in realtà il percorso di UNION inizia a New York e ruota attorno alla storia di tre figure: James Jebbia, Eddie Cruz e Chris Gibbs. I primi due, rispettivamente i fondatori di Supreme e Undefeated, si conoscono come colleghi lavorando per Parachute, un brand di abbigliamento canadese famoso negli anni ‘80. James decide di aprire i battenti di UNION nel 1989, girando un po’ di location fino a trovare quella giusta al 176 di Spring Street, dove adesso sorge lo store Stüssy NYC. Il concetto originale di UNION è totalmente diverso da quello che ci troviamo ad avere oggi: un ambiente giovanile e ribelle, uno store con prodotti fortemente influenzati dalla cultura reggae e hip-hop e brand molto acerbi. Nel 1992 apre anche lo store di Los Angeles, capitanato da Eddie Cruz, che però ha una storia molto più curiosa.
James Jebbia e Shawn Stussy danno vita ad una joint venture chiamata The Stüssy Union a La Brea Avenue, esattamente dove adesso troviamo UNION. Il progetto era quello di avere uno store diviso in due: da un lato l’intera collezione di Stüssy, che ancora non godeva della popolarità odierna, dall’altro la brand list selezionata da James per UNION. Quando la linea di prodotti Stüssy inizia a diventare troppo ampia, per il bene di entrambi i brand Eddie decide di scorporare UNION dallo spazio condiviso, così da permettere ad entrambi di avere uno store dedicato e non limitante in termini di spazio ed esposizione. Ora che conosciamo le fondamenta di UNION, chi è Chris Gibbs e cosa c’entra in tutto questo?
La Scalata
Chris Gibbs è canadese e nasce a Ottawa, in Ontario. Si trasferisce a New York per frequentare l’università e intraprendere il percorso di insegnante. Lì incontra la sua futura moglie, Beth Birkett, che lo introduce a James Jebbia e gli propone una posizione da Store Assistant da UNION. Chris accetta, comincia la sua avventura e, nonostante la sua laurea, prosegue fino a diventare Store Manager.
Dopo essersi sposati, Beth propone a Chris di trasferirsi sulla West Coast e quest’ultimo entra a far parte del team di UNION LA come buyer. Qui inizia il suo percorso a fianco a Eddie Cruz che nel frattempo è diventato l’unico proprietario dell’attività dopo la dipartita di James Jebbia, che ha fondato Supreme e iniziato il suo percorso che tutti conosciamo. Questo è il periodo di Chris inizia lentamente a plasmare UNION in quello che conosciamo oggi, nonostante sia ancora molto lontano dalla realtà attuale. Il 2009 è il punto di svolta definitivo: Eddie decide di abbandonare il progetto per concentrarsi su Undefeated e propone a Chris di prendere in mano UNION e di diventarne l’unico proprietario.
Il Caos Controllato
Con Gibbs al timone UNION è diventato qualcosa di unico, un vero gioiello a livello worldwide, una realtà da proteggere. Passato, presente e futuro, cultura ed estetica, street e couture: tutto convive armonicamente in una sorta di caos controllato. Immagina uno spazio in cui brand come Acronym, CDG, Marni, WTAPS, Salomon e Jordan esistono contemporaneamente e in qualche modo si completano. Diverse culture, diversi approcci, diversa estetica ma sotto lo stesso tetto. Per questo motivo Gibbs è stato incluso all’interno delle “25 persone più potenti dello streetwear” stilata da Complex.
Per quanto sia una realtà più unica che rara e abbia anche la sua personale linea di abbigliamento, quello che ha fatto conoscere UNION alle masse sono state sicuramente le collaborazioni con Jordan e Nike. Collaborazioni molto curate, accompagnate da una linea d’abbigliamento e che hanno coinvolto più silhouette. Iniziando con la Jordan 1 Retro del 2018, uscita come Black Toe e Blue Toe, è proseguita con un pack nel 2020 che comprendeva due Jordan 4, una Jordan Zoom ‘92 e una Jordan Delta Mid. Una delle più riuscite è sicuramente quella dedicata al trentesimo anniversario di UNION, con due Jordan 4 in Desert Moss e Taupe Haze e la più recente Dunk rilasciata con Nike, davvero particolari in termini di colori e materiali utilizzati. Inoltre ci è già stata anticipata una Jordan 2 che vedremo a breve, coinvolgendo una silhouette che a quanto pare sarà molto presente durante questo 2022. Anche quando si tratta di sneakers, UNION dimostra la sua efficacia nel coniugare cultura e innovazione. Una realtà inestimabile.