Sneakers - May 24, 2021

Last updated on November 24, 2021

Guida alle Sneakers Femminili Parte 1: Nike e Jordan

Giada Giacomazzo Header

Sei una neofita del mondo delle sneakers e non sai mai da che parte iniziare quando devi acquistare una scarpa? Quando esci con gli amici sneakerhead ti fanno notare che dovresti acquistare quella scarpa piuttosto che quell’altra? Ecco, questa guida ti sarà utile per capire quali sono i modelli più famosi, quelli più in voga, quelli che hanno un heritage o una storia importante da raccontare. Per ogni silhouette abbiamo inserito una selezione di modelli disponibili in taglia da donna. 

Vedila come un’infarinatura generale, utile per destreggiarsi in questo mondo e iniziare a distinguere e riconoscere le silhouette più famose. Per le sneakers più particolari ti consigliamo di acquistare poi un buon libro e iniziare così a guardarti ancora di più attorno. 

Non dimenticare che spesso i veri tesori non sono quelli che vedi ai piedi di tutti!

Piccola postilla sulle diciture Nike: quando vicino al nome di una scarpa trovi la dicitura “W” di solito tra parentesi è per indicare che una scarpa è in esclusiva femminile, quindi il range di taglie è pensato per le donne. Quando invece trovi la dicitura “GS” indica il modello realizzato per i ragazzi quindi le taglie sono dal 40 in giù, unica cosa negativa: spesso le GS hanno una qualità inferiore o i dettagli poco curati e approssimativi, proprio per questo se potete preferite un modello in W size piuttosto che GS. 

Air Jordan 1 High

Dal 1985 le Jordan 1 sono sicuramente un’icona del mondo delle sneakers. La scarpa venne disegnata come modello da gioco per l’allora giovane Michael Jordan che iniziò ad utilizzarla dopo la versione Player Exclusive delle Air Ship prodotte con i colori dei Chicago Bulls, le prime sneakers in cui appare la scritta “Air Jordan”. La scarpa, essendo solo rossa e nera, però non rispettava il regolamento NBA che imponeva che ci dovesse essere almeno una parte bianca sulla scarpa da gioco e venne bandita dal campo. Nike capì di poter sfruttare lato marketing questa esclusione e la prima campagna delle Air Jordan 1 recitava “La NBA la bandisce ma niente impedisce a voi di metterla”. Il pubblico ovviamente si schiera con Nike che decide di pagare 5000$ di multa ogni volta che MJ scende in campo e utilizza la scarpa. 

Dopo la consacrazione di Jordan come campione e il consolidamento della sua collaborazione con Nike però la scarpa in realtà finisce sugli scaffali dei saldi. Nike, dopo una prima fase di guadagno enorme, ma inaspettato, esagera con gli ordini e la scarpa perde interesse perchè si trovava ovunque. A metà degli anni ‘80 è molto utilizzata dagli skater, proprio per il basso costo e la buona qualità (da qui nascerà la futura collaborazione tra il mondo skate e Nike SB). 

Cambia l’estetica e nascono le successive collaborazioni con Jordan che in termini di design sono totalmente diverse: Jordan 3, Jordan 4 ecc e durante i ritiri di Jordan venivano prodotte le prime versioni Retro della scarpa (Chicago e Bred spiccano tra tutte), nascono le Mid e altri modelli in edizione limitata. 

La scarpa però ha perso interesse, soprattutto tra gli appassionati, nonostante il successo continuo del marchio Jordan. Solo dal 2010/11, dopo il debutto della scarpa sul palcoscenico del mondo del fashion grazie a personaggi come Kanye West e Travis Scott (in tempi più recenti), le J1 ritornano sulla cresta dell’onda e diventa l’oggetto di culto che è oggi, soprattutto tra i giovani.Il tutto viene consacrato e riconfermato dopo l’uscita del documentario “The Last Dance”, riportando l’interesse per la sneaker anche tra la gente comune.

Le Jordan 1 Low, la versione senza il collo del piede, arrivano nello stesso periodo delle High, come prima sneaker firmata low sviluppata da Nike per MJ. La sneaker, disegnata da Peter Moore, presentava un semplice design ispirato alle Terminator che incorporava lo Swoosh Nike e il logo Jordan Wings. La scarpa ora viene prodotta anche come modello SB (Nike Skateboarding)  in omaggio a quando le Jordan 1 venivano comprate dagli skater, popolarità che ha portato poi alla fondazione di Nike SB nel 2002.

Air Jordan 1 Mid

Solo negli anni 2000, durante il secondo giro di retro di Air Jordan 1, vengono sviluppate le Jordan 1 Mid come opzione lifestyle, dato l’ankle collar accorciato di diversi centimetri; eppure, per qualche motivo, nel corso degli anni non sono riuscite a conquistarsi la stessa popolarità delle loro sorelle, ricevendo anzi più critiche che lodi. Leggi qui l’articolo sulla loro storia. 

Tra High e Mid, da un punto di vista costruttivo, la differenza sta solo nella parte del collo: le Mid hanno 8 fori per i lacci, mentre le High ne hanno 9. L’unica differenza di dimensioni è quindi solo l’altezza della lunghezza della scarpa (che è circa di 2,5 centimetri).

In questi ultimi anni però la scarpa sta ricevendo una considerazione totalmente diversa rispetto a quella del passato, questo grazie ad alcuni design davvero particolari, collaborazioni degne di stima e sicuramente un prezzo più accessibile.

Nike Air Max 1

Nike Air Max ha sicuramente dimostrato che design e tecnologia potevano non solo andare d’accordo, ma essere alleati indispensabili per creare pezzi di storia. Nel 1986 Tinker Hatfield visita il Centro Georges Pompidou (o Beaubourg): uno dei musei e centri culturali più importanti di Parigi, progettato nel 1971 da Renzo Piano e inaugurato nel 1977 come istituzione culturale all’insegna della multidisciplinarità. All’interno troviamo aree dedicate all’arte moderna, una vasta biblioteca pubblica, un museo del design, attività musicali, cinematografiche e audio-visive. L’aspetto però che ha catturato l’interesse di Tinker è stata la struttura esterna dell’edificio: l’interno viene esibito all’esterno, alla rovescia. Dall’esterno, infatti, sono visibili le tubature (tipicamente inserite all’interno dei muri) e differenziate con colori accesi in base al loro utilizzo. 

Fu proprio questa pratica di rendere visibile la struttura interna, il meccanismo, che ispirò Tinker a realizzare una sorta di finestra trasparente aperta sul sistema di ammortizzamento battezzato “Air” che all’epoca il grande pubblico faticava ancora a capire. Il 26 marzo 1987 fecero la loro prima apparizione le Air Max 1, bianche e rosse, che sconvolsero il mondo delle sneakers. Da quel modello si avverò la profezia legata al progetto Air Max: tantissime varianti fino ai giorni nostri, tutte accomunate dallo stesso sogno di rendere la tecnologia Air alla vista e alla portata di tutti. 

Per scoprire i migliori modelli di Air Max (non solo 1) disponibili in taglia da donna leggete questo articolo.

Nike Air Force 1

Questa scarpa sicuramente non ha bisogno di presentazioni: le Air Force 1 sono uno dei modelli più venduti di tutti i tempi, soprattutto nella loro variante total white. È una delle prime sneakers a cui si pensa quando si parla di Nike e sono un must have sia per esperti del settore che per chi non è affine a questo mondo. 

Le Nike Air Force 1 vengono lanciate nel 1982 nella variante High (la Low venne proposta solo l’anno dopo) e sono le prime scarpe da basket a presentare la bolla d’aria, tipica della tecnologia Air, che serve per l’ammortizzazione e un miglior sostegno. L’Air era uscito nel mercato solo tre anni prima con le Tailwind, prima scarpa a vantare la nuova tecnologia, ma nel basket non era ancora stata proposta una tecnologia simile. 

Il design viene realizzato da Bruce Kilgore che prende varie ispirazioni e le unisce in questo progetto: la midsole è ispirata alla Cattedrale di Notre Dame, la suola viene realizzata per la prima volta con un pattern circolare che agevola i movimenti di chi gioca a basket e la tomaia è ripresa dagli scarponcini da trekking per il sistema di supporto, agevolato poi anche dal cinturino a strap che serviva per tenere bloccata la caviglia. La prima versione non era total white, bensì bianca e grigia e fu un successo incredibile, anche grazie ai 6 giocatori NBA messi sotto contratto per indossare la scarpa in campo e alle “colorazioni del mese” che venivano prodotte per un negozio di Baltimora e diventando ben presto oggetto esclusivo. 

Dall’84 all’86 Nike decise di bloccarne la produzione per innovarsi, ma la costante richiesta del pubblico li fece desistere e la scarpa tornò in produzione e negli anni ‘90 la scarpa diventa simbolo dei giovani di Harlem che la ribattezzano come “uptown” e diventando poi uno dei tratti distintivi dell’Hip-hop. Ad oggi la scarpa annovera moltissimi ambasciatori che hanno amato la silhouette in modo genuino: Jay-Z, Drake, Kanye West, Nelly e brand fashion come Off-White, A Cold Wall, Comme des Garçons che ne hanno realizzati dei modelli in collaborazione.

Anche le Air Force 1 presentano le varianti High, Mid e Low. Le versioni High e Mid hanno il classico cinturino a strappo. In questo caso, nonostante la versione Low sia la più diffusa, non esiste alcuna diatriba tra i modelli. In questi ultimi anni, per le ragazze sono stati creati svariati modelli alternativi un po’ più particolari a livello di costruzione come le Shadow, le Sage e le Jester. Purtroppo ci sono ancora poche collaborazioni o modelli significativi realizzati come esclusiva femminile, speriamo succeda presto.

Nike Dunk

Le Nike Dunk escono lo stesso anno in cui vengono messe sul mercato le Air Jordan 1 e vengono progettate dallo stesso designer, Peter Moore, infatti le due scarpe possiedono molti tratti comuni. Le Dunk vengono rilasciate inizialmente come modello destinato ai giocatori di basket dei college: la campagna pubblicitaria recitava “Be True To Your School” e vennero realizzate le scarpe con i colori delle squadre NCAA affiliate a Nike. 

La scarpa però divenne ben presto un’icona indiscussa di un’altra tipologia di sport: lo skate. Le Dunk vengono utilizzate dagli skater perché le loro caratteristiche tecniche si adattano perfettamente alla tavola, quindi nonostante gli skater non amino Nike, sono costretti ad apprezzarne la forza da un punto di vista qualitativo. Furono proprio loro stessi a guidare la realizzazione dei futuri modelli pensati appositamente per lo skate introducendo alcuni importanti dettagli tecnici: la soletta più spessa per sostenere meglio il piede durante le cadute e la linguetta più grossa, ormai caratteristica distintiva delle Nike Dunk SB (Nike Skateboarding). 

Tutto nelle Dunk è stato pensato per farle diventare una scarpa ben inserita nel suo sistema di riferimento, parlando a un pubblico ben preciso. La scarpa si poteva trovare solo negli skate shop dove potevi comprare le collaborazioni con alcuni pro skater, realizzate in edizione limitata. Proprio grazie a questa logica la scarpa ben presto passa da skate shoe a vero oggetto di culto, aumentano le collaborazioni con alcuni shop come Supreme e con modelli come le Nike Dunk SB Low Staple NYC Pigeon, disegnate da Jeff Staple, la prima scarpa per cui le persone si sono ammassate fuori dal negozio a New York, armate di coltelli e mazze da baseball, pur di riuscire ad averla tra le proprie mani. 

Durante i primi anni 2000 però la scarpa perde di interesse, tanto da finire in outlet. Solo dal 2020 le Dunk riacquistano la loro popolarità, grazie a nuove collaborazioni, pezzi rari e la riedizione delle versioni College con cui tutto era iniziato. 

Le Dunk vengono realizzate in due principali versioni: High e Low; quest’anno sono uscite tante colorazioni in esclusiva femminile (occhio che ne usciranno altre a breve) ed è stato messo sul mercato anche un altro modello (sempre W size) le Nike Dunk Disrupt: una Dunk Low con suola destrutturata e parti principali della tomaia in Mesh; insomma sono le Dunk perfette per non essere rovinate troppo con l’utilizzo. 

Air Jordan 4

Le Air Jordan 4 vengono rilasciate nel 1989 e proprio quell’anno sono uscite in quattro colorazioni differenti, simili a quelle della Jordan III: le White/Cement Fire Red, le Bred (Black and Red) e una versione bianca e Military Blue. La scarpa viene disegnata da Tinker Hatfield, che un successo dopo l’altro non poteva certo progettarla male. Il design rimane simile a quello della 3, con un’altezza media sulla caviglia e l’unità Air visibile sul tallone ma con una struttura più leggera e snella. I suoi tratti distintivi sono la rete sui pannelli laterali, l’esclusivo sistema di tiranti per supportare l’allacciatura e la linguetta ampia sul tallone per facilitare l’accesso del piede. La colorazione Bred ha introdotto la pelle morbida Nabuk sulle Air Jordan, materiale poi molto utilizzato in futuro. 

Oltre al design impeccabile la scarpa venne indossata da Michael Jordan durante la stagione 1988-89 in cui ha ottenuto la sua migliore statistica complessiva e l vide i Chicago Bulls fare le loro prime finali della Eastern Conference dell’era Jordan, confermandosi come una squadra da prendere sul serio per la contesa dell’anello.

Nel 1999 viene lanciata la linea retrò, che conta le colorazioni Bred e White/Cement, insieme ad altre nuove: “Oreo” e “Columbia Blue”. Oggi vengono prodotte tantissime colorazioni e collaborazioni tra cui quella con Travis Scott e la più celebre esclusiva femminile del 2020, le Jordan 4 Sail realizzate con Off-White

Sicuramente le Air Jordan 4 possono essere viste come le scarpe che hanno segnato il punto di non ritorno per lo status leggendario che le Air Jordan hanno ora nel mondo delle sneakers.