La genialità di personaggi come NIGO non si può misurare in alcun modo. Entrano di prepotenza con le loro idee rivoluzionarie (e non sempre capite) per vedere i risultati a lungo termine. È il caso delle Bapesta, sneaker inventata dal designer giapponese agli inizi dei primi anni ‘00, e divenuta un must nel corso del tempo, grazie anche all’endorsement di Kanye West.
NIGO, dal 2013, non fa più parte di Bape, dopo aver venduto il 90% delle sue azioni nel 2011. La voglia di buttarsi in nuovi progetti da parte di NIGO divenne palese, quando nel 2010 fondò Human Made. Ma il suo lavoro ventennale è stato fondamentale per tracciare la strada a tutto il movimento nipponico. Le Bapesta sono solo la punta di un iceberg immenso. La silhouette riprendeva l’Air Force 1, ma si differenziava per una tomaia verniciata ed una stella allungata al posto del classico swoosh di Nike. Paradossalmente, invece di essere massacrate per aver “copiato” una scarpa iconica, le Bapesta sono diventate uno dei pezzi più famosi del mondo streetwear.
L’esordio ufficiale delle Bapesta arriva nel 2000, un momento di stallo per le sneakers. L’obiettivo di NIGO era proprio di rivitalizzare il mercato delle sneakers a modo suo: usare la sua immensa creatività per portare il suo brand, e il Giappone, al centro dell’attenzione. La scarpa ebbe successo perché offriva soluzioni per tutti i gusti. Se il bianco della Air Force 1 aveva monopolizzato il mercato rendendolo alquanto piatto, le Bapesta risultavano un mix di colori e modelli mai visti. Con il suo logo “STA” a forma di stella sui lati, la sua ampia variazione di colorazioni e design è diventata un successo, attirando artisti famosi come Pharrell Williams, Jay Z e Pusha T.
NIGO volle, spudoratamente, ricreare l’Air Force 1 ma seguendo le sue regole. Già vedendo i capi extra-colorati e appariscenti di Bape, è facile intuire la sua vena artistica fuori dalla norma. Le accuse di plagio si fermavano alla semplice forma esteriore della scarpa, ma arrivavano da un concetto completamente opposto. Infatti, Nike non inscenò mai un’azione legale contro NIGO, anzi, vide una nuova possibilità di far crescere il mercato. Matt Mason, autore di The Pirate’s Dilemma, scrivendo su The Economist, cita il caso di “una società di design giapponese, “A Bathing Ape” (Bape) che ha remixato (“piratato”) le scarpe della Nike. Ma piuttosto che fare causa, Nike ha comprato una quota di Bape e ha lanciato i propri remix, guadagnando nuove entrate grazie alla ristorazione di una nicchia di mercato che aveva trascurato.”
Le Bapesta hanno rappresentato uno dei casi più eclatanti di bootleg nel mondo della moda, una pratica oggi piuttosto comune nel mercato. Il loro ruolo, era quello di portare alla ribalta lo streetwear giapponese con il suo stile eclettico. Il Giappone è sempre stato un mercato a parte e l’incursione di NIGO fu una rivoluzione. Il suo background hip-hop, punk, skate e artistico fu il fil rouge per la nascita di Bape, ma, prima ancora, Jun Takahashi e Nigo hanno iniziato qualcosa di speciale aprendo NOWHERE nel 1993. Il negozio originale è stato il primo retailer a vendere sia Undercover che BAPE e la sua reputazione unica e il mix di prodotti gli conferirono uno status leggendario nel mondo dello streetwear fino ad oggi.
Era l’inizio dell’ascesa dello streetwear giapponese. “I giovani si vestivano con marchi americani come Levi’s, Ralph Lauren, o marchi outdoor come The North Face e andavano in giro per Shibuya. Non importa il genere però, si trattava sempre di marchi provenienti da fuori del Giappone. Era fresco vedere i prodotti nazionali fatti da persone che conoscevano le culture al di fuori del paese”afferma Takahiro Ito, Editor for HYPEBEAST.
Urahara è il nome dove nacque NOWHERE e il movimento streetwear giapponese stava muovendo i primi passi. Non era popolato dai grandi colossi del lusso come oggi, ma da molte boutique vintage ed indipendenti. Figure come NIGO e Takahashi hanno messo nella testa dei giapponesi che potevano farsi strada da soli, senza guardare ad altri mondi.
L’immaginario Bape (e giapponese) divenne sempre più interessante per la sua poliedricità e la concezione di una moda sempre meno legata alle forme, quanto al concetto. Personaggi eclettici come Pharrell Williams e Kanye West saranno i primi, in Occidente, ad avvicinarsi a questo modo di interpretare la moda. Sempre più sperimentale e fuori da ogni logica tradizionale.
Con il primo, nel 2005, fondò Billionaire Boys Club, mentre con il secondo diede vita alla silhouette più iconica delle Bapesta, nel 2007. Ispirandosi al primo album di West, The College Dropout, NIGO diede l’opportunità al rapper di Chicago di mettere mani su uno dei suoi brand preferiti dell’epoca. Da quel momento, Bape divenne un brand di culto in tutto il mondo, aiutato dal fatto che fosse un’esclusiva del mercato giapponese e reperirlo era arduo. La collaborazione con Kanye, prodotta in un numero limitato di pezzi, costruì il definitivo ponte tra Oriente e Occidente.
Allo stesso livello, Pharrell spinse la crescita di Bape negli States. Il producer indossò per la prima volta il marchio nel suo video musicale del 2003 “Frontin’” e più tardi nel video di Snoop Dogg “Let’s Get Blown” – in quest’ultimo Skateboard P indossava una felpa con cappuccio di un rosso acceso che sarebbe poi stata conosciuta dalla scena streetwear come “Pharrell Camo”. Gli stessi colori vennero utilizzati per la sneaker creata per i N.E.R.D nel 2006.
Nel 2005, le Bapesta uscirono in collaborazione con KAWS nella colorazione del grigio chiaro, la stessa utilizzata per la Jordan 4 x KAWS. Questa rappresentò solo l’inizio di una lunga partnership fra i due designer. Ad oggi, è praticamente introvabile in questo modello a qualunque prezzo. Mentre, la Bapesta Kaws Chompers, uscita nel 2006, è ancora reperibile ma a prezzi esorbitanti. Non poteva essere una sorpresa, data la genialità del designer giapponese e dell’artista americano.
La stella delle Bapesta, per scrollarsi di dosso il “peso” di aver copiato la Nike, dovette puntare tutto su un unico fattore: le numerose collaborazioni. Creare nuove silhouette con diverse palette e ispirazioni, da Spongebob ai Daft Punk, divenne la peculiarità delle Bapesta. Qui, trovate un elenco dettagliato su tutte, ma tutte, le collaborazioni di Bape a partire dal 1998.
Nel 2020, Bape ha festeggiato il 20esimo anniversario della sua iconica silhouette con una capsule dedicata. Per le nuove generazioni rivivere un mito come le Bapesta non poteva che essere un toccasana. Quando pensiamo alla riedizione di sneakers iconiche, spesso non si considera il vero valore, cioè la storia e la cultura di un movimento intero. Inoltre, a dicembre scorso, è uscita la collaborazione con Reebok su un classico, come le Club C. Prendendo ispirazione da quattro colori spesso utilizzati nelle Bapesta (rosso, blu, viola e bianco), hanno rivitalizzato la tomaia Reebok senza intaccare la tradizione. Non ci sono le stravaganze tipiche di Bapesta, ma il giusto equilibrio tra minimalismo e colori accesi
Per rilanciarsi definitivamente, a gennaio 2021, Bape ha collaborato con DC Comics su due capsule dedicate a Superman e Batman. Ovviamente, non potevano mancare delle nuove Bapesta eccentriche. L’anno nuovo ha dato grande spolvero al brand giapponese, che sta cercando di tornare in pista a piena regola. Per la primavera del 2021, sono pronte nuove Bapesta. In totale, la collezione è composta da 12 varianti di colore. Sono presenti molteplici rivisitazioni delle classiche Bapesta, oltre a numerosi nuovi modelli: BAPE SK8 STA, BAPE STA 93 HI, BAPE COURT STA e BAPE BLOCK STA HI.
Non possiamo negare di aver visto Bape un po’ sottotono in questi ultimi mesi e vederlo così presente non può che renderci felici. Dopo aver appena aperto il nuovo store a New York, su Madison Ave, Bape ha già pronti altri assi nella sua manica : le classiche Bapesta e, probabilmente, le più amate Bape camo. Tre colorazioni dovrebbero arrivare nei prossimi mesi.