Apparel - July 8, 2021

Focus Europei: Maglie Iconiche

Abbiamo scavato nell'archivio degli Europei per scoprire le maglie più iconiche degli ultimi anni.

Abbiamo scavato nell'archivio degli Europei per scoprire le maglie più iconiche degli ultimi anni.

This article is part 4 of 4 in the series: Euro 2020

Inghilterra 1996 Trasferta

Icone: Paul Gascoigne, Gareth Southgate, Alan Shearer 

Photo courtesy of The Guardian

Un’Inghilterra soleggiata, “Three Lions” che pompa da tutte le autoradio, un torneo europeo sul suolo di casa. Per i tifosi inglesi era l’inizio dell’era “Football’s Coming Home” (Il calcio torna a casa), a cui sono seguiti tanti momenti di rimpianto nel corso dei 25 anni successivi. Il momento topico è stato la  semifinale di Euro 96 contro la Germania. Abbandonando il tradizionale kit rosso da trasferta, l’Inghilterra è scesa in campo indossando la sua prima maglia grigia (anche se alla Umbro ti diranno che si trattava di blu indaco). Si era fatta questa scelta perché i produttori ritenevano che si sarebbe abbinata bene con un paio di jeans. Si è scoperto che stava abbastanza bene anche con un bucket hat e un paio di occhiali da sole. Purtroppo, l’evento viene ancora ricordato dalla maggior parte dei fan inglesi come un’altra giornata nuvolosa nella storia del calcio britannico: l’Inghilterra viene eliminata ai rigori. E se Southgate avesse segnato quel rigore? Ora è l’uomo al comando della nazionale, e da quando indossa un gilet blu scuro al posto del blu indaco ha vinto ai rigori in un torneo importante. E se il calcio tornasse a casa nel 2021?

Portogallo 2004 Casa

Icone: Luis Figo, Deco, Cristiano Ronaldo

Photo courtesey of UEFA

I numeri nel calcio sono importanti. Molti fan potrebbero non essere in grado di immaginare una maglia del Portogallo senza il nome Ronaldo accanto al numero 7 stampato sul retro. Ma nel 2004 la stessa maglia apparteneva alla leggendaria stella del Real Madrid (ed ex Barcellona) Luis Figo. Ronaldo compariva nel suo primo torneo internazionale dopo un’impressionante prima stagione al Manchester United. Indossando il numero 17 il diciannovenne Cristiano ha impressionato il pubblico in un Portogallo che avrebbe raggiunto la finale, per poi perdere 1-0 contro la Grecia (la sfavorita del match).Il branding Nike dei kit di questo torneo si è rivelato straordinario. I numeri della squadra stampati sulla parte anteriore delle maglie venivano accentuati dai motivi circolari che li contornavano. La stessa grafica è stata utilizzata per il loro straordinario scarpino da calcio dell’anno: il Total 90 III. È quasi impossibile pensare al calcio dei primi anni 2000 senza ricordare l’incredibile lavoro svolto dal team di marketing di Nike. Se giocando al parco ti è capitato di fare un tunnel a qualcuno e gridare “olé” lo devi a questa campagna.

Danimarca 1992 – Portiere

Icone: Peter Schmeichel

Photo by Press Association

Di questi tempi, con i viaggi all’estero che vengono regolarmente cancellati, le vacanze possono sembrare un ricordo lontano. Quindi possiamo tutti provare empatia per la squadra danese del ’92, che con pochi giorni di preavviso ha dovuto cancellare i suoi piani estivi di vacanza a bordo piscina per partecipare ai Campionati Europei. Grazie a un incredibile scherzo del destino, la Danimarca (che sostituiva l’esclusa Jugoslavia) ha sfidato ogni pronostico per poi arrivare in finale e sconfiggere la Germania, incoronandosi re d’Europa. Tra i pali Peter Schmeichel (o “Great Dane”), il talismanico portiere che impartiva ordini e impostava il gioco da fondocampo. Se si ripensa alla sua carriera è impossibile non visualizzare Schmeichel nel suo kit Hummel; l’alveare da discoteca, il caleidoscopio al neon, il faro con i guanti. In realtà, a pensarci bene, il motivo a mosaico sembra simile al logo StockX (che si trattasse di una collab?). È innegabile che gli anni ’90 siano stati un decennio fantastico per le divise dei portieri e che questa divisa in particolare si classifica come la migliore: non solo per il suo design, ma per aver segnato uno dei momenti più memorabili nella storia del calcio europeo. Saranno pure stati sfavoriti, ma era piuttosto difficile non vederli.

 Olanda 1988 Casa

Icone: Marco van Basten, Ruud Gullet, Frank Rijkaard

Photo courtesy of UEFA

Disegni matematici sulle divise da calcio? Certo che sì! C’è qualcosa di speciale nel motivo geometrico utilizzato sulla divisa olandese dell’88. Qualcosa che attira l’attenzione come fosse un puzzle di Magic Eye. Molti dimenticano che adidas ha utilizzato lo stesso modello per la maglia rossa dell’URSS e per il kit da trasferta della Germania Ovest, ma siamo onesti: in arancione è semplicemente pazzesco. Un kit all’avanguardia, grazie all’introduzione dei bellissimi colori sfumati stampati sulla maglia. Le tecniche applicate qui avrebbero continuato a ispirare divise cult come la trasferta 90-92 del Manchester United e la “Bruised Banana” dell’Arsenal 91-93. Il fatto tragico è che il kit dei Paesi Bassi sia stato indossato solo per 5 partite. Ma proprio la sua durata effimera, e il suo legame con l’incredibile percorso che ha portato gli Orange alla vittoria, hanno fatto sì che questo kit continui a vivere nella memoria di molti. Il calcio totale olandese rivendicava il suo trofeo mentre la squadra olandese spazzava via i suoi avversari per raggiungere l’apice del calcio europeo; un momento cristallizzato in quel tiro al volo di van Basten. È il più bel gol di tutti i tempi? Io l’ho guardato in loop per 20 minuti.

Repubblica Ceca 1996 Trasferta

Icone: Pavel Nedved, Karel Poborsky, Vladimir Smicer

Photo courtesy of UEFA

La fiducia può spesso fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta. “Speravamo di non fare brutta figura”, racconta il centrocampista della Repubblica Ceca Vladimir Smicer a proposito delle speranze della sua nazionale a Euro ’96. Potrebbe non essere il kit più appariscente della nostra lista, ma un  nucleo solido con dettagli esuberanti descrive in maniera piuttosto appropriata la squadra che è arrivata seconda nel torneo, lasciando molti a bocca aperta durante il percorso. Questo kit è pura nostalgia, è difficile non pensare a Pavel Nedved che sfugge al suo marcatore e segna un gol contro l’Italia. Evoca le immagini di Poborsky che scappa via ad un gruppetto di difensori portoghesi, i capelli che saltellano mentre si invola verso la porta, per poi scodellare abilmente la palla sopra la testa di Vitor Baia, che gli si stava precipitando in avanti.

Bonus: Germania Ovest 1990 Casa

Icone: Jurgen Klinsmann, Andreas Brehme, Lothar Matthaus

Photo courtesy of Sport1.de

Scrivere un articolo sui kit e non includere la maglia della Germania Ovest per la Coppa del Mondo Italia ’90 sarebbe un sacrilegio. Va bene, non farà parte delle maglie degli Europei, ma da allora il motivo asimmetrico a zig-zag di adidas è stato utilizzato in tutte le sue linee di abbigliamento, e ancora oggi riveste un’enorme importanza nel design dei kit. Credo che ricordiamo tutti la maglia del Cork City dello stesso anno. Considerato un po’ “forte” all’epoca, il design di Ina Franzmann è stato accolto con un certo scetticismo da parte del pubblico al momento del lancio. Ma nel corso degli anni l’adorazione è cresciuta, con i tifosi che guardano con nostalgia alla Germania Ovest che solleva la Coppa del Mondo, e con le immagini mentali dei loro eroi con indosso la divisa divenuta ormai iconica. Non è qui che finiscono i successi: nel 2018 la maglia è stata inserita nella Hall of Fame delle magliette da calcio classiche. Nello stesso anno adidas ha reso omaggio all’evento con il lancio del kit della Germania, che per l’occasione presentava una rivisitazione monocromatica del modello. Ora puoi capire perché non potevamo escluderlo dalla lista.