March 29, 2021

Donne, Sport e Sneakers: Nausicaa Dell'Orto

Abbiamo intervistato Nausicaa Dell'Orto per scoprire da dove viene la sua passione per uno sport prettamente maschile come il football americano e come ha conciliato l'essere donna e questo mondo, senza dimenticarci della sua passione per le sneakers.

Abbiamo intervistato Nausicaa Dell'Orto per scoprire da dove viene la sua passione per uno sport prettamente maschile come il football americano e come ha conciliato l'essere donna e questo mondo, senza dimenticarci della sua passione per le sneakers.

This article is part 6 of 6 in the series: In Her Sneakers

Giada Giacomazzo Header

Se accendi la tv e ti sintonizzi su qualsiasi canale sportivo si parla per la maggior parte di uomini e quando si accenna allo sport femminile sono sempre attività considerate leggiadre e armoniose, in altre parole “da donne”. In questa seconda serie di articoli dedicati alle sneakers femminili si parlerà quindi delle donne che vivono lo sport tutti i giorni, per lavoro e per passione e abbiamo chiesto loro come vivono la situazione, come vorrebbero cambiasse e soprattutto che scarpe amano indossare per le loro performance e per la vita di tutti i giorni.

Continuiamo la serie, leggi qui la prima parte della serie con Giulia Zecchini, con Nausicaa Dell’Orto, su Instagram @nausicaadellorto, capitano della nazionale italiana di Football Americano, atleta del team Jordan e producer di documentari sportivi.

Raccontaci un po’ di te…

Sono Nausicaa Dell’Orto, vivo a Milano, gioco a football americano femminile, sono il capitano della Nazionale italiana e al contempo sono una producer di documentari sportivi, collaborando con NFL Films e ESPN. Lo sport, in sintesi, è la mia vita. Il football mi ha insegnato ad abbattere tutti gli ostacoli che mi trovo davanti lottando fino all’ultimo respiro per le persone e le cose che amo.

Essere donna nello sport, cosa significa per te?

Essere donna nello sport lo rivedo proprio nello stesso gioco del football: devi rimanere in piedi quando tutti cercano di buttarti giù; e a volte ci riescono quindi cadi, ma poi ti rialzi e pensi all’azione dopo e quella dopo ancora finché non arrivi fino al touchdown.

Tutto è iniziato dieci anni fa: ero una cheerleader per una squadra di football americano maschile a Milano. Ogni weekend scendevo in campo e facevo quello che la società si aspetta troppo spesso da noi donne: che restiamo a guardare da bordo campo, strillando solo quando necessario.  Un giorno ho deciso di abbandonare i pom pom per fondare, insieme ad altre ragazze appassionate come me, il primo team femminile di football americano in Italia. All’epoca, il Presidente era contrario e non voleva farci giocare; “siete il sesso debole per un motivo: vi fate male”, diceva. Ovviamente abbiamo deciso di non ascoltarlo e siamo riuscite a trovare un coach, Maurizio Vismara, che ha creduto in noi e ci ha portate a giocare in Parco Sempione, regalandoci le sue vecchie attrezzature degli anni 80 che aveva in garage. Per mesi ci siamo allenate sotto la sua guida finché non abbiamo trovato un’altra squadra che stava nascendo a Bologna. Abbiamo organizzato una partita contro di loro, la prima nella storia qui in Italia e l’abbiamo vinta. Da quel giorno il Presidente della società si è ricreduto e ha cominciato ad investire in questo movimento che è cresciuto esponenzialmente: ora ci sono tante squadre e un team nazionale.

Dal punto di vista familiare è stata dura quasi allo stesso modo: i miei genitori sono sempre stati contrari alla mia passione, non volevano che mi facessi male. Una volta mio padre ha persino cestinato la mia armatura ed il mio casco per farmi smettere di andare agli allenamenti. Inizialmente è stato difficile non avere la loro approvazione ma poi ho capito che non mi serviva perché a volte i genitori faticano a mettersi nei panni dei propri figli e comprenderne i sogni e le aspirazioni e non credo sia colpa loro; spesso non hanno gli strumenti per apprezzare la nostra unicità.

Grazie al football mi sono circondata di tante persone che avevano la mia stessa passione e grazie a loro ho capito che se una cosa è giusta per il mio cuore, la devo perseguire, senza avere paura delle difficoltà che troverò per la mia strada. Da quando vivo seguendo l’amore anziché la paura, sono arrivata a realizzare sogni che credevo impossibili e il mio istinto mi ha portata nei posti più incredibili. Alla fine, dopo avermi vista giocare in Nazionale qualche anno fa, mia madre si è ricreduta e ora e la mia più grande fan. Il punto è che le difficoltà ci sono e ci saranno sempre per le donne nello sport. Di porte chiuse ne troveremo a bizzeffe, ma se ci prepariamo adeguatamente saremo pronte ad affrontare ogni ostacolo, arriveremo davanti a quelle porte e non ci sarà bisogno di sfondarle, si apriranno.

Quale è il tuo rapporto con le sneakers?

Amo le sneakers, sono Brand Ambassador per Jordan in Europa ed è un onore per me rappresentare Jordan anche sul campo da football. In campo, come nella vita, sono “Checks over stripes”, tutta Nike o Jordan dalla testa ai piedi.

Quando ero piccola invece volevo le sneakers con le rotelle incorporate per sfrecciare in giro per Milano con stile ma non sono mai riuscita ad averle. Ora invece, tra le Jordan più moderne mi piacciono le Jordan Latitude 720 ma le mie preferite al momento sono le Jordan 1 Mid Milan, vado pazza per la silhouette classica ed il rosa antico.

Un tuo sogno nel cassetto per il futuro dello sport femminile?

Vorrei che le donne nello sport fossero prese sul serio quanto gli uomini. Un mio sogno personale nel cassetto è, invece, quello di fondare la prima squadra di tackle football in NCAA perché voglio vivere in un mondo in cui anche le donne che vogliono giocare a football in high school possono perseguire la loro carriera nei college americani.

Un messaggio d’incoraggiamento che ti senti di dare alle giovani ragazze che vogliono fare dello sport la loro carriera.

Seguite sempre l’istinto e quel fuoco che la vostra passione accende nel vostro cuore, non lasciatevi scoraggiare dai “no” e, soprattutto, trovate chi intorno a voi crede nel vostro sogno. Poi lavorate giorno e notte, visualizzate gli obiettivi, parlate dei vostri sogni ad alta voce e vi assicuro che li raggiungerete, uno dopo l’altro.