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Sneakers - Ottobre 1, 2020

Game, Set & Match: il Successo delle Nike Air Trainer I e Air Tech Challenge II

Andrea Procida

John McEnroe e Andre Agassi, le Air Trainer I e le Air Tech Challenge II. Due personaggi e due scarpe così differenti tra loro, ma comunque in grado di rivoluzionare il mondo del Tennis ben due volte in poco meno di cinque anni. Cosa si nasconde dietro a questo incredibile successo?

Gli anni ’80 possono senza dubbio essere considerati come una sorta di “golden age” per quel che riguarda il mondo delle sneakers. Fra i tanti modelli creati in quegli anni non possiamo non citare le Air Jordan, dalla I alla IV, le Nike Dunk, le Air Max 1, le Air Safari e moltissimi altri modelli. Spesso però ci dimentichiamo della Air Trainer I, una di quelle silhouette che ha rivoluzionato per sempre il mondo dello sport e delle calzature sportive.

Nike Air Trainer Sketch

Immagine Nike

Premessa: all’epoca le scarpe cross-training non esistevano ancora e gli atleti, per far fronte a questo problema, dovevano portarsi dietro diverse calzature oppure decidere se rischiare infortuni o lesioni utilizzando un unico paio. Il primo brand a muoversi verso questa tipologia di scarpa fu Reebok, ma ben presto anche Nike diede il suo contributo. Ecco, qui entrarono in scena Tinker Hatfield e la nostra Air Trainer 1.  Il giovane designer voleva creare una scarpa che potesse essere funzionale sia per il training che per il running. Il punto nevralgico risiedeva nella progettazione di una nuova suola. Solitamente per le scarpe da basket venivano utilizzate suole con uno spessore di 8 millimetri mentre per le scarpe da running venivano utilizzate suole che andavano dai 12 ai 15 millimetri.  Tinker intuì che utilizzando un punto medio tra le due misure poteva creare una suola che fosse abbastanza rialzata per poter garantire il giusto comfort necessario per correre, ma anche abbastanza bassa per fornire la giusta stabilità indispensabile per il training. Per la tomaia, invece, scelse un taglio più alto dotato di una “cinghia” a strappo che fissava maggiormente l’avampiede. Così nel 1987, Nike presentò al mondo intero la Air Trainer 1. La colorazione OG, denominata “Chlorophyll“, ercontraddistinta da sfumature di bianco, grigio, verde e nero per richiamare appunto i colori degli attrezzi presenti nelle palestre.

McEnroe Nike Air Trainer I

Immagine di Nike

Strano a dirsi, ma il successo di questa scarpa non si deve a nessun patito del fitness. Non me ne voglia Bo Jackson, uno dei primi endorser del modello, ma arrivati a questo punto della storia occorre fare un passo indietro e introdurre un nuovo personaggio. Nel 1986, quindi un anno prima del lancio ufficiale della Air Trainer I, John McEnroe, dopo essersi preso un anno sabbatico per via della nascita del figlio e di alcuni risultati non all’altezza delle aspettative, era pronto a far il suo ritorno nel mondo del tennis e chiese a Nike un nuovo paio di scarpe. Il brand di Beaverton decise così di mandargli alcuni sample tra i quali anche un paio di Air Trainer I (all’insaputa di Tinker). Proprio quest’ultima fu il modello che attirò maggiorente l’attenzione del tennista statunitense. John si trovò talmente bene con le nuove scarpe che non volle più restituirle e si fece addirittura mandare da Nike due diverse versioni, una con la suola adatta per l’erba e l’altra per la terra rossa.  Senza nemmeno immaginarlo, la Air Trainer I aveva spalancato le porte a Nike nel mondo del tennis. Le regole delle calzature sportive dell’epoca erano state cambiate.

Il successo della Air Trainer 1 non fermò il solito spirito innovativo che da sempre aveva caratterizzato Nike. Solo tre anni più tardi, infatti, il brand di Beaverton presentò la Air Tech Challenge II. Anche in questo caso occorre fare un passo indietro e presentare un’altra figura che risulterà poi fondamentale per Nike e non solo: Andre Agassi

Andre Agassi Nike Tech Challenge II

Immagine da The Shoe Game

Era il 1988 quando Nike mise sotto contratto Agassi, un giovanotto di 18 anni con una folta chioma, forgiato da un carattere molto ribelle e che solo un anno prima si era già classificato come venticinquesimo al mondo. E forse è proprio quel suo essere così trasgressivo che è risultato poi essere la carta vincente. Se fino a quel momento l’establishment del tennis andava verso colori bianchi ed eleganti, con Andre questo tabù venne sfatato. Lo confermavano i suoi completi caratterizzati da dettagli sgargianti e audaci, ma sopratutto lo confermavano le Air Tech Challenge II. E qui torniamo alle nostre benamate. Così come ogni atleta che si rispetti anche Agassi doveva avere il suo paio di scarpe e chi poteva fare meglio di Tinker Hatfield? Probabilmente nessuno. Così nel 1990, dalle brillanti menti di Tinker e Wilson Smith (molto spesso dimenticato), nacque la ATC II, una scarpa contraddistinta da una tomaia in pelle sintetica bianca con accenti “Hot lava” che volevano appunto evidenziare lo spirito stravagante del tennista. In un’intervista chiesero ad Agassi cosa pensasse delle Air Tech Challenge II.  Lui stesso rispose:  Look at them. They look like they’re going 80 miles per hour, and they’re just standing still. (Guardale. Sembra che stiano andando a 80 miglia all’ora eppure sono semplicemente ferme.).Nike Air Tech challenge II Lava

Nonostante la tomaia in pelle, le ATC II erano comunque più leggere rispetto ad una normale scarpa da tennis dell’epoca e, inoltre, avevano un’applicazione sul tallone che le rendevano molto più confortevoli, soprattutto per le partite che superavano una certa durata. Immancabile poi la tecnologia Air a doppia densità visibile nell’intersuola, fiore all’occhiello delle scarpe dell’epoca. Molto presto la Tech Challenge II abbandonò i campi da tennis per diventare popolare ovunque. Il design rivoluzionario della scarpa le permise di diventare un cult all’interno della sneakers culture e di essere fonte d’ispirazione per moltissime altre scarpe Nike e non solo. Per citare forse la più famosa, la Air Yeezy 2 di Kanye West che ha proprio la stessa intersuola della ATC II. Una cosa sicuramente è certa, se oggi Nike è riconosciuta in tutto il mondo parte dei meriti sono attributi a queste due incredibili silhouette che hanno saputo vivere nel tempo senza mai cambiare il loro status.