Apparel - Marzo 7, 2022

Hiroshi Fujiwara: Il “Godfather dello Streetwear”

Hiroshi Fujiwara è un ragazzo prodigio che ha plasmato la cultura street internazionale e che continua ad innovarla.

Hiroshi Fujiwara è un ragazzo prodigio che ha plasmato la cultura street internazionale e che continua ad innovarla.

gianluca zitelli

Se c’è un individuo a cui dobbiamo molto, questo è Hiroshi Fujiwara. Una persona curiosa, disposta a spingersi oltre la sua zona di comfort per imparare, inventare ed innovare. Certo, di personalità poliedriche come la sua ne sono sempre esistite, ma lo status raggiunto da Hiroshi nelle sue competenze è difficilmente pareggiabile. Un filo che collega il Giappone al resto del mondo attraverso musica, design e fashion. Il grande successo in quest’ultimo è diventato una lama a doppio taglio: se da una parte gli ha fatto meritare il soprannome di ”Godfather of Streetwear”, dall’altra ha teso ad oscurare tutte le sue altre sfaccettature che, soprattutto in Occidente, sono molto poco conosciute. Questa è una realtà con cui molte figure si scontrano, basti pensare ad altri capisaldi come Virgil Abloh e Nigo. Proprio per questo oggi rendiamo omaggio a Fujiwara, raccontando quella versatilità che lo ha portato ad essere una figura rivoluzionaria e fondamentale.

hiroshi fujiwara giovane

Immagine Interview Magazine

Gli Inizi

Hiroshi nasce sulla costa giapponese nel 1964 a Ise, in Giappone. Ise è una piccola cittadina che poco ha da offrirgli, per questo appena compiuti i 18 anni si trasferisce a Tokyo, tutt’altro scenario. Qui inizia ad entrare in contatto con cerchie di persone appassionate al fashion e alla musica: fin dall’adolescenza infatti, Hiroshi è un grande fan del Punk Rock, cosa che lo influenzerà molto nel suo lavoro futuro. Poco dopo essersi trasferito organizza il suo primo viaggio a Londra, per entrare a contatto con la culla del genere musicale. Qui incontra Malcolm McClaren, leggendario manager dei Sex Pistols, che gli consiglia di fare un salto a New York poiché Londra al momento non ha molto da offrire. La Grande Mela fa innamorare Fujiwara della musica Black e dell’Hip-Hop, che lo porterà a fare tantissimi viaggi avanti e indietro con lo scopo di scoprire nuove tendenze musicali e vinili da portare a Tokyo. Unito all’aver imparato l’arte del DJing, Hiroshi contamina le nuove generazioni giapponesi con la musica americana, dando una spinta fondamentale allo sviluppo della musica hip-hop nel Sol Levante.

Contemporaneamente alla passione per la musica, l’attenzione di Hiroshi è completamente rapita da tutto quello che orbita intorno all’abbigliamento street e vintage, skateboarding incluso. Il suo spirito intraprendente ha sempre cercato un modo per far incontrare tutte le sue passioni in un prodotto solo e riconoscibile. Questo prodotto inizia a prendere forma dopo aver avuto la fortuna di incontrare Shawn Stussy, grazie a cui entra a far parte della Worldwide Stussy Tribe che gli permette di ricevere prodotti Stussy per lui e i suoi amici. Non fosse stato per Hiroshi, Stussy e la scena street di Tokyo si sarebbero incontrati chissà quanto tempo dopo.

nowhere store

Nowhere e Goodenough

New York, Los Angeles, Parigi, Londra. Decine e decine di viaggi portano Hiroshi a costruirsi un network di amici e di interessi incredibilmente vario, tanto da avere una colonna dedicata all’interno di magazine locali giapponesi. Street culture, abbigliamento, skateboard e DJing sono solo alcuni dei mille argomenti di cui diventa esperto. Questo tipo di output avvicina a lui giovani come NIGO, che diventa poi il suo assistente, e Jun Takahashi di UNDERCOVER. I due giovani, grazie all’aiuto di Fujiwara, danno vita nel 1993 al loro store Nowhere nelle vie di Harajuku a Tokyo. Conosciuto per essere il punto di partenza della cultura streetwear giapponese, la zona di Harajuku diventa terreno fertile per tutto quello che Hiroshi ha importato dai suoi viaggi. Anche Shinzuke Takizawa, il fondatore di NEIGHBORHOOD, inizia la sua carriera grazie a lui, dopo aver trovato lavoro come designer all’interno dell’etichetta discografica Major Force.

Qualche passo indietro fino al 1990 invece e troviamo GOODENOUGH, la prima impresa solista di Hiroshi. I prodotti utilizzavano grafiche ispirate alla pop culture internazionale prodotte dal designer Sk8thing, co-fondatore di Cav Empt. Per aumentare la percezione del prodotto i prezzi erano simili ai prodotti d’importazione, di gran lunga più elevati rispetto alla concorrenza, e per questo trasmettevano la sensazione di avere un qualcosa di speciale tra le mani. Prima che esistesse la macchina dell’hype, i prodotti venivano rilasciati in pochissime quantità andando spesso sold-out il giorno stesso, meccanismo poi replicato da tantissimi brand giapponesi e non. Prima che Supreme aprisse il suo store nel 1994, Hiroshi controllava già la richiesta del mercato grazie alla scarsità del prodotto, di fatto inventando quella che è la base del mercato streetwear oggi. Brand ad oggi discontinuo, GOODENOUGH si è comunque tolto le sue soddisfazioni rilasciando prodotti ad oggi ricercatissimi tra cui due t-shirt in collaborazione con Supreme negli anni 2000 e una collaborazione con UNDEFEATED nel 2016.

Fragment Design

Durante l’avventura GOODENOUGH Hiroshi dà vita ad un nuovo progetto, fragment design. Uno spazio amorfo nato dalla combinazione di diverse identità: un brand e allo stesso tempo un agenzia di design, marketing e consulenze. Voluto dal desiderio di poter collaborare con brand e aziende in maniera non limitante, i prodotti influenzati da fragment vanno da sneakers e abbigliamento a elettronica, pop-culture, home decor e utensili di vario tipo. Le collaborazioni con Louis Vuitton, Moncler, Nike, Supreme, Levi’s, Pokémon, Starbucks nascono in maniera quasi intima, andando a colmare un desiderio o una mancanza all’interno del mercato ma sempre nel rispetto reciproco dei brand e senza stravolgimenti. Molti prodotti fragment infatti hanno un approccio minimale, quasi svalutante se non al corrente della vera essenza del progetto fragment. È un crocevia di cultura, prodotto, stili di vita e necessità, il tutto racchiuso in due saette stilizzate.

hiroshi fujiwara jordan 1

Dal grembo di fragment nascono altre partecipazioni di Fujiwara, come quella con Nike sotto il nome HTM. L’acronimo è composto dalle iniziali di un trio d’oro (Hiroshi Fujiwara, Tinker Hatfield e Mark Parker) ingaggiato dal colosso di Beaverton per curare una linea di prodotti che fosse il perfetto incontro tra heritage e innovazione. Da qui nascono prodotti indimenticabili come l’Air Force in pelle di coccodrillo e la Air Footscape Woven, nate da un soleswap dieci anni prima che andasse di moda e venduta solo in Giappone. Al di fuori di questo progetto invece, la collaborazione tra Nike e Fragment è sicuramente stata quella più prolifica per entrambi i brand. Infiniti prodotti sono stati influenzati dalle due saette: silhouette famose come Jordan 1, Air Force 1 e Dunk ma anche più ricercate come Footscape, Air Trainer 1, Sock Dart e una Presto non destinata alla vendita in collaborazione con Hello Kitty, che Nike riproporrà a breve. 

Sneakers

Il valore di Hiroshi Fujiwara è trasparente e incontestabile da chiunque. Un viaggio nato dalla curiosità e dall’amore per la scoperta trasformatosi in un’enciclopedia di successi da cui prendere ispirazione. Riuscire a segnare le nuove generazioni con il suo approccio, la sua esperienza e le sue sfaccettature non è cosa da poco, proprio per questo l’hype dietro alla sua figura è meritato e doveroso. Ha plasmato lo streetwear e tutto ciò che ruota intorno fin dagli albori della sua carriera, contaminandolo con cultura e carisma. Qualsiasi prodotto acquistiamo, vestiamo o anche solo ambiamo ad avere contiene una piccola parte di lui. Gli dobbiamo molto, chiamarlo “Godfather dello Streetwear” non è così esagerato.

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