October 23, 2020

In Her Sneakers: Le Sneakers che Vorremmo (in Women Size) - Parte 2

This article is part 3 of 6 in the series: In Her Sneakers

Abbiamo chiesto a 10 sneakerhead che scarpa avrebbero voluto in women size, ecco le loro risposte

Giada Giacomazzo Header

Il mondo femminile e quello delle sneakers si sa, non sono sempre andati d’accordo. In questi ultimi anni si stanno facendo tanti passi avanti e sicuro, speriamo, se ne vedranno altri in futuro per rendere lo sneakers game sempre più inclusivo. Oggi però la strada da percorrere è ancora tanta e sicuramente le release donna dell’ultimo periodo non hanno risolto appieno la delusione di trovare solo scarpe lilla e rosa glitterato o di non vedere prodotta una sneaker in un range di taglie più inclusivo perché, come da bambine, il pensiero è “ma non è una cosa da femmina”. Per questo motivo ho intervistato 10 woman sneakerhead per scoprire quale sneakers nella loro size e come la differenza di genere è presente nella sneaker culture. In questa seconda parte conosciamo Annalisa, Ilaria e Giada (in arte “me stessa”).

Se vuoi recuperare la prima parte la trovi qui

Le seguenti interviste sono state leggermente modificate.

Annalisa Sirica – @iamthemonnalisa

Mi chiamo Annalisa, ho 25 anni, abito a Roma e faccio la commessa. La mia passione per la moda, e in particolare per le sneakers, è un qualcosa di innato; credo dal primo giorno di scuola elementare in cui ho indossato la mia prima sneaker, una Air Max BW. Sin da piccola, quindi, ho scelto da sola vestiti e scarpe e mi reputo estremamente fortunata di aver fatto oggi di questa passione il mio lavoro.  Con il tempo, oltre a far riferimento al lato estetico, mi sono dedicata anche a conoscere e approfondire la cultura dietro al prodotto e sono ormai 5 anni che colleziono il più possibile le scarpe che mi piacciono.

Essendo una persona che mette amore in qualsiasi cosa, posso dire che la cosa che mi piace di più di questo mondo è proprio il rapporto che si viene a creare con le persone che condividono la mia stessa passione. Grazie alle sneakers, infatti, ho instaurato delle bellissime amicizie che ormai durano da anni nonostante le distanze geografiche.  La silhouette che più mi rappresenta è sicuramente quella dell’Air Max 1, la trovo una scarpa versatile e adattabile a qualsiasi tipo di outfit. La mia preferita in assoluto è l’Air Max 1 Animal 2.0.

Che sneaker avresti voluto in women size?

Ci sarebbe una lista infinita di sneakers non prodotte in women size, che avrei voluto nella mia scarpiera. Fino a qualche anno fa tutte le OG non esistevano in taglie piccole, linee GS o TD a parte. Una scarpa con la quale è stato amore a prima vista e che, purtroppo, non viene prodotta in taglie femminili è la Nike Air Fear of God 1 Sail Black, che avrei abbinato con un semplice coordinato pantalone e hoodie oversize grigio melange.

Nike Air Fear of God Sail

Come percepisci la differenza di genere nello sneakers game?

Lavorando nel mondo del retail, mi capita spesso di confrontarmi con ragazze che, come me, hanno problemi ad acquistare le scarpe perché le cw più belle purtroppo vengono prodotte dal 7US in su e noi donne dobbiamo “accontentarci” di cinquanta sfumature di rosa o di silhouette modificate, tipo le Air Force 1 Shadow. Secondo me, per fortuna, la situazione sta un po’ cambiando perché piano piano stanno emergendo sempre più ragazze molto vicine a questo mondo e diverse aziende danno l’opportunità a tante donne influenti di collaborare con loro; come Aleali May, Yoon Ambush, Melody Ehsani. Siamo sulla buona strada, ma ce n’è ancora tanta da fare. Al giorno d’oggi, è impensabile ancora questa differenza di genere nel mondo delle sneakers. Quello che vorrei è che venisse prodotto tutto, per tutti.

Un consiglio per le sneakerhead del futuro.

Seguire le tendenze è affascinante e stimolante. Ma l’obiettivo deve restare quello di esprimere sé stessi a prescindere da quello che è di moda o meno.

Let’s Get Bigger: segnalaci il nome di una o più ragazze che dovremmo seguire?

@elyscott amica del cuore conosciuta proprio grazie alle sneakers e @benedettamaione

Ilaria Grande – @ilariabigg

Ilaria, 24 anni, vivo a Milano da un po’ di anni ma sono proud calabrese (con tante “B”). Sono una content creator e, al momento, sono responsabile social di Nss G-Club, il nuovo vertical di Nssmagazine, dedicato all’universo femminile.

Le sneakers sono la mia passione e ossessione da che ne ho memoria, infatti, fin da piccola ho sempre indossato sneaker perché ero attratta dai colori e dalle particolarità delle diverse silhouette. Direi, quindi, che è una passione innata – magari irrazionale – che negli anni poi ho coltivato imparando ad affiancarla allo studio del prodotto, andando più in profondità per saperne ancora di più di questo bellissimo mondo. Quello che più amo è l’aspetto storico, il retroscena. Sono profondamente “nerd” e ho bisogno di conoscere quello che indosso; quasi ogni modello di sneaker, infatti, porta con sé una storia ed è proprio questo che mi affascina: indossare un’idea – soprattutto se condivisa – è come portare e veicolare un messaggio. Anche gli abiti lo fanno, ma credo che le sneakers lo facciano meglio. Un altro aspetto per me importante è la community: le sneaker ti permettono di conoscere tante persone, di sentirti a casa ovunque, mi è capitato di stringere amicizie e legami grazie alle sneaker. Da buona nostalgica amo tutte le classic silhouette. Sono una grande fan dei capolavori di Tinker Hatfield, mi riferisco ovviamente alla Jordan III e alla Jordan IV, non rinuncio al fascino di una Chuck Taylor e sono attratta da tutte le silhouette anni 2000 come Presto, Kukini, Rift.

Che sneaker avresti voluto in women size?

Mi è capitato molte volte di non trovare la mia size purtroppo. Senza contare poi il fastidiosissimo fattore GS soprattutto quando si parla di Jordan: preferisco sempre prendere mezza taglia in più piuttosto che accontentarmi delle GS. Quella per cui mi è dispiaciuto veramente tanto è stata la Nike Sock Dart Fragment Dark Loden. Quando venne rilasciata nel 2014 era disponibile anche in size piccole, ma evidentemente il numero di paia era nettamente inferiore rispetto alle altre size. In quel periodo ero ossessionata dalle Sock Dart. Mi piaceva la silhouette, la colorway e ovviamente anche il fatto che ci fosse Fragment e Hiroshi Fujiwara di mezzo.

Come percepisci la differenza di genere nello sneakers game?

É un qualcosa che mi da molta noia ad essere sincera. Negli anni tante donne hanno dimostrato quanto la nostra presenza nello sneakergame sia importante e per tanti aspetti stimolante, ma non sembra questo sia chiaro a tutti. Non credo stia cambiando realmente. Qualcosa inevitabilmente si sta muovendo, ma c’è da capire se il movimento avviene perché richiesto dalle politiche dei brand o se perché realmente si è presa coscienza del fatto che le sneaker possono essere – e sono – una questione anche da donne. Come più volte mi è capitato di scrivere la release dedicate alle donne è la versione 2.0 della sneaker rosa, l’ennesimo i maschietti da un lato e le femminucce dall’altro. Sogno uno sneakergame in cui tutti abbiano modo di indossare le stesse silhouette con gli stessi materiali. Magari un giorno il mio sogno diventerà realtà, chissà.

Un consiglio per le sneakerhead del futuro.

Continuate a crederci ad essere curiose e ad amare questo mondo e questa cultura. Non fatelo per Instagram e non date retta agli uomini che pensano di saperne più di noi.

Let’s Get Bigger: segnalaci il nome di una o più ragazze che dovremmo seguire?

Sceglierne una sola è difficile, quindi, facciamo 3! Le mie amiche @selmakacisebbagh, @ursoskinnyadaeze, @fennalang

Giada Giacomazzo – @disajade_

Mi chiamo Giada, ho 26 anni e nella vita mi barcameno tra l’essere Junior Art Director, scrivere articoli per l’editoriale di StockX e partecipare a mille raffle (dove prendo solo L, ovviamente). Credo che le cose che più mi rappresentino sono i miei capelli blu, la mia costante propensione a sovraccaricarmi le giornate e la mia passione per le sneakers. La mia “fissa” per le scarpe è iniziata circa tre anni fa; quando ero piccola mi affascinavano ma, non potendo spendere e spandere, era un settore che vivevo forse in modo un po’ ingenuo e molto da distante, invidiando quello che indossavano gli altri. Quando mi sono trasferita a Milano, grazie al lavoro, alla nuova indipendenza economica e ad alcuni amici ho iniziato a innamorarmi, a piccoli passi, finché non c’è più stato niente da fare: ho capito che quello era il mio mondo, un luogo dove ora mi sento a casa.

Avendo frequentato il liceo artistico, sono un’inguaribile amante dell’arte e dell’architettura, quindi, mi definisco un’amante della sneaker proprio come oggetto di design: amo le silhouette che come forme e design mi ricordano (in totale libertà di associazione) periodi architettonici, contesti storici e artisti che ammiro. Un esempio? La Nike Zoom Vomero 5 A Cold Wall è una delle mie scarpe preferite perché il blocco in aggetto sul tallone mi ricorda la forma del museo MAXXI di Zaha Hadid a Roma. Allo stesso tempo sono affascinata dalla storia, da quello che “c’è dietro” e spesso preferisco acquistare una scarpa uscita da anni rispetto a una nuova, come se una parte di me volesse recuperare quello che ha perso durante l’infanzia.

Che sneaker avresti voluto in women size?

Ovviamente la scarpa che più vorrei al mondo, la Jordan 1 Retro High Igloo non è mai stata prodotta in taglie inferiori al 7US, così oltre che il prezzo, tutto la rende una chimera. Prima e unica Jordan 1 High che vorrei avere assolutamente nella mia collezione, con quel colore ghiaccio che mi strega; delicate e forti allo stesso tempo. Purtroppo però questo non mi è capitato solo con sneakers degli anni passati, ma anche di recente, come se ogni tanto ci fossero delle uscite messe lì per ricordarci che “non è per noi”. Secondo me scarpe come la Igloo, o altre, non sono state pensate come sneakers al femminile proprio perché la concezione del femminile è approssimativa e basata su stereotipi culturalmente ancora molto forti. Se potessi averla tra le mie mani, la indosserei con una hoodie oversize black, un paio di jeans a taglio dritto chiari e un bel blazer grigio, sovrapposto alla felpa. Magari anche un paio di occhiali da sole grandi, giusto per darsi un tono e avere quell’espressione da “io ce l’ho fatta”.

Jordan 1 High Igloo

Come percepisci la differenza di genere nello sneakers game?

Come anticipato sopra, sono proprio stanca di questo concetto vecchio come il mondo del “non è adatto a te”; lo combattevo alle elementari quando i maschietti non mi lasciavano giocare a calcio e trovo assurdo che ancora oggi io debba spiegare che, no, non mi vanno bene le scarpe rosa, lilla e glitterate. Mai piaciute tra l’altro.  Allo stesso tempo non voglio che queste vengano eliminate, vorrei semplicemente che ci fosse la stessa offerta per tutte le sneakers. Ognuno dovrebbe poter essere libero di decidere e formare il proprio gusto indossando la scarpa che più sente sua, non trovarsi “tagliato fuori”.

Anche da un punto di vista di designer siamo molto indietro: troppe poche presenze femminili negli HQ delle aziende e quando capita il design con una donna spesso è solo per modelli “W”, che poi acquistano gli uomini, a dimostrazione che l’identità di genere è fluida e personale e anche le scarpe dovrebbero rispecchiare questo. Si sta lavorando in questa direzione ma non è abbastanza, spero che con il tempo e prendendo anche le giuste decisioni da consumatrici (noi) riusciremo a creare uno sneakergame più inclusivo e intersezionale.

Un consiglio per le sneakerhead del futuro.

Apri gli occhi e guarda chi ti sta attorno, sii sempre disponibile ad ascoltare e non perdere la curiosità per informarti sul passato ma poi infilati un paio di scarpe, quelle che ti fanno sentire davvero bene, e cammina decisa verso il tuo obiettivo.

Let’s Get Bigger: segnalaci il nome di una o più ragazze che dovremmo seguire?

@elyscott perché è una donna forte e sicura che stimo, @ilariabigg per quello che sta smuovendo in Italia in termini di gusto sulle sneakers al femminile e poi ovviamente le mie references più stabili, in termini di gusto e stile: @alealimay e @melodyehsani.