Collectibles - September 3, 2021

TOKYO TOY STORY Parte 1: UNA PROFONDA IMMERSIONE NELLA CULTURA DEI TOYS

By sabukaru.online

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La cultura dei toys in Giappone è molto radicata. In effetti, quando si pensa ai toys, il primo paese che viene in mente è molto probabilmente il Giappone. Non si può negare. Dalle vecchie statuine Sofubi ai Gun Plas ad alta tecnologia, l’artigianato e le rifiniture dei toys giapponesi sono di un altro livello. Con un ricco passato alle spalle, i toys in questo paese hanno svolto un ruolo importante, portando gioia e divertimento a persone di tutte le età. Nel corso degli anni, c’è sempre un nome che viene legato alla cultura dei toys, qualcuno che ha contribuito a rendere la cultura dei toys quello che è oggi: stiamo parlando di KAWS.

Brian Donnelly, meglio conosciuto come KAWS, è un artista americano nato nel 1974, nel New Jersey. Che siate interessati all’arte, alla moda, alla musica o a nessuna di queste cose, è probabile che abbiate già sentito il suo nome, e che a un certo punto abbiate visto i suoi lavori così vividi e accattivanti.

La sua “XX” è ora una delle firme più riconoscibili nell’ambito dell’attuale panorama artistico. Essendo una delle maggiori figure di spicco, nell’ambito della scena dei graffiti negli anni ’90, KAWS si è fatto conoscere con la sua arte iconica nelle pubblicità delle fermate degli autobus.

KAWS non è stato solo un grande protagonista della scena artistica nella sua città natale, ma è sempre stato anche strettamente associato al Giappone e alle sue sottoculture. Le collaborazioni con UNIQLO, NIGO e persino “KAWS: HOLIDAY JAPAN” sul Monte Fuji nel 2019, sono solo alcuni dei lavori che ha realizzato nel paese.

Nel 2001, KAWS ha tenuto la sua prima mostra in Giappone, intitolata rispettivamente “KAWS TOKYO FIRST”, allo Shibuya Parco. In questa piccola mostra, sono stati venduti poster esclusivi e altro merchandising, e ora cercare di metterci le mani sopra vi lascerà con un bel buco nel portafoglio. Con un rapido balzo in avanti di 20 anni, fino al 2021, possiamo vedere che ora KAWS sta tenendo la sua prima grande mostra personale in Giappone. La cosa interessante è il titolo: “KAWS TOKYO FIRST”, lo stesso nome che aveva la sua prima mostra.

Quando gli è stato chiesto il motivo di questa sua decisione, KAWS ha risposto che sentiva di aver completato un ciclo della sua vita. La sua mostra a Shibuya del 2001 è stata un punto di riferimento per lui, e questa nuova mostra personale del 2021 sarà in un certo senso una sorta di ritorno a casa. In questo evento, che si terrà presso la Mori Arts Center Gallery, saranno esposte oltre 150 opere, alcune delle quali provenienti anche dalla collezione privata di KAWS.

Poiché KAWS è così strettamente associato al Giappone e a Tokyo, non sorprende che il suo impatto sulla cultura dei toys sia di portata così ampia. I Be@rbricks del gigante giapponese MEDICOM TOY sono solo uno dei tanti toys che KAWS ha contribuito a portare nel mainstream. Tornando indietro di 10 o 20 anni, nessuno avrebbe mai pensato che in un prossimo futuro gli adulti avrebbero pagato dei bei soldi per comprare non vestiti, e neanche automobili, bensì giocattoli. Ad oggi, KAWS vanta ancora alcune delle collaborazioni più rare con Be@rbrick, e ha persino gestito OriginalFake, un marchio in collaborazione tra lui e MEDICOM TOY, attivo dal 2006 al 2013.

Non c’è dubbio che KAWS abbia avuto una delle maggiori influenze sulla cultura dei toys giapponese. Detto questo, se si dà un’occhiata alla cultura dei toys su scala globale, il Giappone ne costituisce naturalmente l’epicentro. Il clamore a livello mondiale suscitato dai Be@rbricks, l’aumento di popolarità delle action figure di qualità, persino lo stile artistico di molti artisti contemporanei, condividono tutti quel comune denominatore che è la cultura del giocattolo giapponese, con KAWS coinvolto in gran parte di essa.

Per capire meglio la cultura del giocattolo di Tokyo, e come quest’ultima abbia plasmato il modo in cui i giocattoli vengono considerati a livello mondiale, abbiamo bisogno di immergerci più profondamente nella città di Tokyo, facendo luce su alcuni dei negozi, grandi e piccoli, coinvolti nel nostalgico buco nero dei giocattoli.