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Marzo 19, 2021

Last updated on Novembre 24, 2021

Collector’s Pick Air Max 1: Alberto Prola

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Non ci sarà più l’hype di qualche anno fa, ma l’Air Max 1 resta sempre un classico amato e apprezzato da collezionisti e appassionati. Grazie alle celebrazioni legate all’Air Max Day, da qualche anno Nike è riuscita a coinvolgere anche gli sneakerhead più giovani raccontando la storia di uno dei modelli simbolo dello Swoosh e della sua storia: la prima “bolla visibile”, il capolavoro di Tinker Hatfield, la rivoluzione tecnologica e l’impatto sulla Sneaker Culture.

Alberto è un libraio torinese, un po’ stealth sui social network e lontano dagli schiamazzi dello Sneaker Game di oggi, ma ben conosciuto e molto rispettato da chi c’era già qualche anno fa. Oltre vent’anni fa si è appassionato alle Air Max 1 e in questi due decenni ha messo insieme una collezione incredibile che comprende general release, vecchi quickstrike, nuove uscite e moltissime rarità. Tutte, però unite da un minimo comune denominatore: se passate da Torino e andate a trovarlo potreste tranquillamente vederle ai suoi piedi, senza troppe preoccupazioni. Chi non vorrebbe un libraio che si muove tra gli scaffali indossando una Patta “Lucky Green”?

La prima domanda è sempre la stessa: perché proprio l’Air Max 1?

Proprio l’Air Max 1 perché per il Capodanno tra il 1999 e il 2000 mi trovavo a Parigi (il Centre Pompidou dovrebbe già far capire qualcosa) ed ho potuto provarle per la prima volta in uno dei negozi che lì iniziavano ad unire abbigliamento sportivo con quello che sarebbe sempre più spesso stato definito streetwear. Dopo la prima calzata me ne innamorai immediatamente dal punto di vista estetico e per la comodità e da allora non le ho più tolte.

Quest’anno ci sarà l’atteso ritorno dell’Air Max 90 “Bacon”. Anche con Air Max 1 abbiamo visto qualche ritorno importante negli ultimi anni, come quello della “Elephant” di Atmos. Cosa ne pensi? Sei pro o contro le Rétro di vecchie collaborazioni o limited edition?

Sicuramente il lavoro fatto con “Anniversary”, “Master of Air” e “Atmos Elephant” nel 2017, apprezzato da tantissimi appassionati vecchi e nuovi, è stato eccellente ed ha dimostrato come, facendo sempre i giusti distinguo (per la “Elephant”, ad esempio, l’unica particolarità migliore rispetto alla sua “antenata” è data dalla possibilità di essere indossata senza paura di crack improvvisi), si possano ricreare icone del passato facendole bene. Purtroppo, sono innumerevoli i tentativi non altrettanto riusciti, l’ultimo esempio sono le “Powerwall” del 2020. In definitiva direi ben venga il ritorno di scarpe in colorway OG, molto meno la riproposizione di collaborazioni con brand e shop del passato: spazio a nuove creazioni di brand che hanno creato pezzi meravigliosi e che, sicuramente, potranno ripetersi.

Com’è cambiato il tuo modo di acquistare Air Max 1 in questi vent’anni? Il fatto che sia tutto più facilmente reperibile ha tolto un po’ di “gusto” alla ricerca e al collezionismo?

In vent’anni ci sono state tante fasi, posso indicarti le principali. All’inizio sicuramente è stato più difficile procurarsi i pezzi più ambiti, principalmente per scarsità d’informazioni e la poca possibilità di raggiungere i luoghi in cui uscivano: comunque un periodo molto divertente. Una fase intermedia legata all’esplosione di Internet, dei Social Media e delle Community di appassionati, veri o finti, che mi ha permesso di aggiungere molte Air Max 1 alla mia collezione (forse troppe?). Infine, un’ultima fase più recente, con un minor interesse per la maggior parte delle uscite e delle proposte (forse perché sovraesposte da personaggi più o meno discutibili), ad esclusione di qualche notabile eccezione che, per me, deve sempre avere una storia alle spalle da raccontare attraverso la release.

Oggi, banalmente, se una persona avesse X centinaia di migliaia di euro a disposizione da poter spendere, potrebbe in un paio d’ore acquistare la maggioranza di quelli che per molti appassionati sono stati modelli inseguiti per anni e definiti “grail”.

Purtroppo, l’Air Max 1 è tra i modelli che con il tempo rischiano di rompersi e non essere più indossabili. A parità di spesa, preferisci comprare un classico che manca nella tua collezione sapendo di non poterlo indossare o una nuova release, magari meno ambita? 

La mia scelta sarebbe sicuramente rivolta verso un “classico” d’epoca, magari da far restaurare per poterlo indossare. L’ho fatto in passato con la Kidroobot e ne sono ancora oggi molto soddisfatto. Ci sono ottimi artigiani delle sneakers che tramite lavori eccellenti riescono a “riportare in vita” e rendere indossabili scarpe che fino a qualche anno fa sarebbero finite in teca o peggio. Anzi, devo dire che questo nuovo settore dello Sneakers World mi affascina e mi spinge a cercare qualche perla del passato, ormai inutilizzabile nella sua versione originale.

Sono già passati quattro anni dalle release speciali realizzate da Nike nel 2017 per il trentesimo anniversario dell’Air Max 1, che anche tu hai citato. Ti è piaciuto il lavoro svolto dallo Swoosh in quell’occasione? Cosa ti piacerebbe vedere l’anno prossimo per il trentacinquesimo?

 Come dicevo, ho molto apprezzato le uscite del 2017 e il lavoro svolto da Nike. La mia proposta per lo Swoosh guardando al 2022 potrebbe essere la realizzazione di alcuni sample del passato che per diversi motivi sono stati scartati. Spesso la scarpa realizzata ha finito per essere migliore, ma ne ho in mente almeno una decina che farebbero sicuramente la gioia di vecchi collezionisti, veri appassionati e giovani influencer. Inoltre, vorrei la possibilità di creare (anche per un periodo limitato) alcune iD o Nike By You con opzioni particolari e materiali super premium.

Hai avuto la possibilità di realizzare un’Air Max 1 Bespoke al NikeLab di Londra prima della sua chiusura. Cosa ricordi di quest’esperienza? Ti piacerebbe ripeterla se si presentasse la chance

Il Bespoke è stata un’esperienza incredibile: il viaggio, la compagnia, il concept dietro la scarpa (creato da una delle persone di cui più apprezzo il senso estetico) e le soluzioni che mi sono state proposte e il risultato finale. Anche il timing perfetto con cui ho realizzato il mio Bespoke, azzeccando perfettamente il passaggio dallo shape quadrato a quello “nuovo” visto con le Rétro 2017. Purtroppo oggi rivivere quest’esperienza non è più possibile e, se la situazione dovesse rimanere questa, sarò ancora più contento di aver potuto fare il mio Bespoke almeno una volta.

Le Pick di Alberto

L’Air Max 1 che non può mancare nella collezione di un appassionato: Nike Air Max 1 OG “Anniversary” – 2017

Tutte e quattro le colorway originali da uomo e da donna riproposte nel 2017. La mia risposta può essere scontata, ma sono colorazioni talmente iconiche che vanno al di là del tempo e delle mode. Il prototipo del 1986 e la OG Red del 1987 sono ancora riconosciute come scarpe rivoluzionarie e con la 2017 si può avere un pezzo di storia ai piedi spendendo una cifra abbordabile.

L’artista o il brand che vorresti rivedere al lavoro su un’Air Max 1: Kidrobot

Per non dare un’altra risposta scontata dovrei dire Kidroobot, che con Parra, Patta e il compianto HUF ho sempre amato. Se dovessi indicare un nome nuovo per il mondo Air Max 1 direi provocatoriamente Virgil Abloh: se all’interno del suo progetto “The 10” avessero inserito una o più Air Max 1 avrei probabilmente fatto di tutto per acquistarle, mi auguro quindi l’AM1 possa trovare spazio in un eventuale “The 20”.

L’Air Max 1 recente che pensi sarà un “future classic”: Nike Air Max 1 “London” e “Amsterdam” 2020

Tra i future classic indico il “City Pack” del 2020 costituito da “Amsterdam” e “London” per qualità di realizzazione, particolari e concept dietro a entrambe. Credo che nel 2027, quando staremo festeggiando il quarantesimo compleanno dell’Air Max 1, saranno ancora in molti a volerle.

L’ultima Air Max 1 che hai comprato: Parra x Nike Air Max 1 “Friends & Family”

L’ultimo acquisto ufficiale è di pochi giorni fa ed è la Clot x Nike Air Max 1 “Kiss of Death 2”. Ho acquistato la prima versione quando uscì quindici anni fa e ho anche la seconda uscita del 2013 con la tomaia Hyperfuse, mi ha fatto quindi piacere poter chiudere il cerchio e vedremo se finalmente potrò metterle senza il fastidioso problema della condensa. L’ultimo acquisto importante, slegato dal calendario delle release, è invece la versione “Friends & Family” dell’Air Max 1 x Parra del 2018. È stata una spesa importante ma sono molto contento, da fan di Parra, di Patta e della cultura olandese legata alle Air Max 1 mi piacere poter pensare di avere anche io una sneaker che mi identifica come un “friend & family” di questa scena che ho sempre ammirato.

L’Air Max 1 che ancora manca nella tua collezione: Beams x Nike Air Max 1 – sample

I molti anni di acquisti e i mutamenti nel mondo delle sneakers di cui abbiamo già parlato, fanno sì che le scarpe che ormai cerco e mi mancano siano poche e, come le definisce un amico, quasi “non esistano”. La ricerca, la scoperta d’informazioni e storie, la trovo ancora una delle parti più divertenti di questo mondo. Un esempio perfetto è il sample dell’Air Max 1 x Beams del 2001, creato per il venticinquesimo anniversario del retailer nipponico e mai uscito ufficialmente. Oltre a unire due mie grandissime passioni, Air Max 1 e Giappone, mi piace tutto di questa scarpa: il mismatch dei colori, la combinazione di durabuck e mesh, è tutto perfetto.